A fine mese sarà festeggiato San Michele Arcangelo, terzo nella gerarchia celeste dopo la Trinità e la Madonna, che da sempre la dottrina cristiana ritiene possa fare miracoli a popoli interni e non semplicemente a singoli individui. A Petralia Sottana e a Caltanissetta, addirittura, c’è chi sostiene che queste grazie siano “doppie”.
L’Arcangelo è apparso 4 volte al Gargano e ben 2 volte a Caltanissetta mostrando la sua predilezione per questa città. Nel 1625 San Michele era invocato da un gruppo di frati ma l’Arcangelo decise di apparire innanzi tutto a frate Giarratana a vedere per primo il santo che, come riferisce “La via dei Frati”, si presentò “con la spada sguainata sulla porta della città (detta dei Cappuccini, costruita appositamente per controllare l’accesso alla città) che cacciava l’uomo e lo confinava a morire in una grotta nel luogo detto “Calcare”, in contrada Sallemi. Poco dopo apparve allo stesso frate l’Arcangelo in persona che rivelò in modo più distinto l’avvenuto miracolo e quindi la salvaguardia di Caltanissetta dalla peste. San Michele impose quindi al frate di riferire il tutto al Magistrato della città e all’Arciprete in modo tale che da quel momento in poi fosse riconosciuto come protettore di Caltanissetta. A riprova dell’avvenuto miracolo avrebbero inoltre dovuto recarsi nella grotta insieme ai giurati per verificare con i loro occhi la presenza dell’appestato ormai deceduto”.
Un fatto unico dato che in tutte le altre città furono i
devoti a chiedere la sua protezione. Nonostante le richieste dei cittadini di
Caltanissetta e degli stessi frati di dedicare un trattamento speciale “perché
siccome in vita ha fatto diversi miracoli, così speramo che li farà dopo morto”
alla sua morte Frate Giarratana fu seppellito in una fossa comune, proprio come
avveniva ai tempi per tutti i frati.
Un altro fatto eccezionale, ricollegato a Caltanissetta, è quello degli occhi del simulacro di San Michele, statua commissionata e poi realizzata in legno dallo scultore Stefano Li Volsi (di Nicosia), tutt’oggi esistente e collocata alla destra dell’altare maggiore della Cattedrale.
La leggenda narra dei problemi legati alla fattura della testa, che l’artista – nell’impossibilità di saperla realizzare con le dovute caratteristiche soprannaturali – dopo le sue preghiere avrebbe addirittura trovato già bell’e fatta «ad opera degli angeli. C’è chi ancora sostiene, riportando il fatto non soltanto a voce ma con riferimenti fotografici, che il viso del simulacro dell’Arcangelo si anima, muove gli occhi, cambia espressione specie durante le processioni. L’ulteriore eccezionalità sta nel fatto che questo evento – a differenza di quanto avviene con la devozione per altri santi – non viene notato soltanto dagli “ex voto” che chiedono una grazia ma anche da tutti i presenti.
“Eventi unici che i nisseni non apprezzano come meriterebbe perchè ormai abituati da secoli – spiega un devoto -. Da 11 anni la stessa cosa è successa almeno 4 volte, col quadro nella edicola votiva di contrada Cella a Petralia, come da foto pubblicate in vari giornali, forse perché per lui Caltanissetta e Petralia, distante 30 km, si equivalgono. Inoltre a Petralia durante il primo pellegrinaggio pubblico del 30 settembre 2012, fu filmata la discesa di una lacrima NON notata dai presenti, ma chiaramente registrata da una fotocamera professionale”.
L’abbinamento di sangue e devozione a San Michele va ben oltre i confini italiani ed europei poiché che il 25 marzo 2022 a Broomfield, vicino a Denver in Colorado (USA) una statua di San Michele ha sanguinato. Un fatto che, se adeguatamente accertato e riconosciuto, confermerebbe l’eccezionalità di questa figura salvifica e il potere a lui affidato.