SAN CATALDO. Il M5S di San Cataldo ha inviato una mozione per chiedere al Governo Nazionale il ripristino del Reddito di Cittadinanza. “Abolirlo – si legge nella mozione – è un’ingiustizia che va a discapito delle famiglie e delle loro necessità! Il Reddito di Cittadinanza è un’alta forma di democrazia che mette tutti i cittadini sullo stesso piano e per questo ne chiediamo fermamente il ripristino e che torni ad essere erogato soprattutto ai soggetti più fragili e a quelle famiglie che in questo momento non hanno di che vivere.
A partire dal 1° agosto a San Cataldo, come nel resto dell’Italia, sono iniziate le prime sospensioni del Reddito di Cittadinanza, una misura di contrasto alla povertà alla disuguaglianza e all’esclusione sociale che ha interessato 1.600.000 mila famiglie in Italia aiutando circa 3.700.000 cittadini in difficoltà.
Il nostro Gruppo Consiliare scende in campo per manifestare la propria preoccupazione dato che la nostra San Cataldo, nasce in una delle Regioni con il più alto numero di sospensioni. Il blocco del Reddito di Cittadinanza in Sicilia riguarda 37.600 percettori che con un sms di soli tre righi sono stati abbandonati a loro stessi.
Il Reddito di Cittadinanza è stato pensato per includere tutti, cercava di coinvolgere e far rientrare tutti della nostra società. Possibilmente era uno strumento che andava migliorato ma mai abolito.
I due terzi degli oltre tre milioni di percettori del Reddito di Cittadinanza sono minori, disabili e anziani che quindi non possono lavorare.
Tra il 2017 e il 2021, in Italia sono state rubate risorse che corrispondono a 34 miliardi di euro. Secondo i calcoli del terzo reparto operazioni della guardia di finanza, il Reddito di Cittadinanza è al settimo posto, con frodi per solo circa il 1% dei soldi messi a disposizione dallo Stato nel triennio 2019-2021. Secondo dati Inps e della Guardia di Finanza su quasi 2 milioni di persone che hanno ottenuto il sostegno, sono 29 mila le persone che sono state denunciate per truffa. La legge stabilisce che chiunque metta in essere false dichiarazioni, documenti falsi, attesti cose non vere al fine di godere del Reddito di Cittadinanza, è punito con la pena della reclusione da due a sei anni.
Il Reddito di Cittadinanza ha rappresentato un cruciale strumento per la lotta contro la povertà nelle sue diverse forme, senza il quale, come attestato da ISTAT, in Italia ci sarebbero stati circa 1 milione di poveri in più.
Il Reddito di Cittadinanza è una misura di civiltà che è stata più volte elogiata anche dagli organismi europei. Nel resto d’Europa le varie forme di sostegno contro la povertà sono realtà già assodate da molto tempo e che nessuno si sognerebbe di cancellare, come ad esempio Francia, Spagna, Germania, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Irlanda con una media degli assegni simile o addirittura più generosa di quella italiana. L’Italia è stato uno degli ultimi stati membri dell’Unione Europea a dotarsi di tale misura insieme a Grecia e Ungheria ma adesso con questa manovra ritorna a fargli compagnia. Un passo in dietro clamoroso che ci mette nella posizione di cittadini europei di serie “b”.
Arriva la social card o carta acquisti che spetta alle famiglie composte da almeno tre persone con un Isee massimo di 15.000 euro, per il Reddito di Cittadinanza l’Isee massimo era più basso, 10.000 euro per i nuclei composti da tre persone. La misura, inoltre, non è sommabile ad altri interventi di sostegno al reddito, è uno strumento che permette ai nuclei familiari dei cittadini di età pari o superiore ai 65 anni e ai genitori di bambini di età inferiore ai tre anni, di ottenere un contributo di 80 euro ogni due mesi per le spese alimentari, sanitarie e per il pagamento delle bollette di luce e gas.
E’ una tantum e non ricaricabile: si tratta in tutto di 382 euro, meno di un caffè al giorno.
“Il toro che dice cornuto all’asino” furbetti del Reddito VS furbetti del vitalizio. Mentre noi stiamo a farci la guerra tra poveri, dibattendo sul Reddito di Cittadinanza, il Governo ripristina uno dei privilegi dei parlamentari più odiato dai cittadini, il vitalizio a vita.
Il vitalizio è un’indennità prevista per i parlamentari al termine del mandato, vale “vita natural durante” e ciò significa che non si esaurisce con la morte del parlamentare ma viene erogato anche ai suoi eredi. Prima di tutto i coniugi, ma oltre ad essi anche i figli e le figlie dei parlamentari continuano a percepire il vitalizio dei genitori e, se non bastasse, il pagamento viene erogato anche a fratelli e sorelle. Insomma, il vitalizio parlamentare può avere una durata talmente lunga da passare almeno un paio di generazioni, con un dispendio non da poco per lo Stato.
Grazie al taglio dei vitalizi introdotto nel 2018 quando il Movimento 5 Stelle era in maggioranza con il governo Conte I, il Senato ha risparmiato ogni anno 40 milioni di euro, che per cinque anni, fanno 200 milioni di euro in tutto.
Cifre che ora torneranno nelle tasche di 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti, ma come se non bastasse, oltre al danno c’è anche la beffa perchè oltre al ripristino dei vitalizi lo Stato dovrà restituire anche gli arretrati ai beneficiari a partire da ottobre 2018.
I vitalizi ai parlamentari rappresentano uno schiaffo alla pubblica decenza oltre che un enorme spreco di risorse che lo Stato può riservare a classi sociali in difficoltà o a misure per aumentare i salari, misure per consentire il ripristino di infrastrutture, misure per poter potenziare la nostra sanità o le nostre scuole. Noi del Movimento 5 Stelle non ci stiamo! Non possiamo abbandonare quei cittadini che dall’oggi al domani non possono più fare la spesa perchè la Social Card impone dei criteri che sono inadatti!
Per beneficiare della Social Card bisogna rientrare nel reddito massimo Isee previsto dalla norma, che non è lo specchietto della situazione attuale del nucleo familiare, perchè si riferisce sempre all’anno precedente e non a quello in corso, quindi un cittadino che supera il tetto massimo Isee perchè l’hanno scorso ha lavorato di più potrebbe non poter dare da mangiare alla propria famiglia se nell’anno in corso ad esempio, ha perso o non è stato chiamato a lavorare!!
Come Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle a San Cataldo, chiediamo a gran voce, al Governo e al Parlamento, di rivedere il proprio orientamento in merito al RdC e che venga ripristinata questa misura importantissima per la nostra comunità”.