“Mi era sfuggita questa ”sfuriata” di Domenico Dolce (Dolce&Gabbana) da Polizzi Generosa contro i giovani siciliani che, a suo dire, non avrebbero voglia di lavorare. Lasciando perdere ora il suo percorso e l’opinabile gusto estetico dei suoi capi, mi viene da chiedermi, e da chiedergli, ma perché lo stilista non produce i suoi costosissimi capi d’abbigliamento in Sicilia offrendo lavoro ai siciliani?”
Una domanda che si è posto Ignazio Corrao, eurodeputato siciliano del M5S che si aggiunge al coro di persone che invita lo stilista di fama internazionale a investire di più nella sua terra d’origine per aiutare chi, come lui, ha talento spesso non i mezzi. “Con quel che costano quei capi, con il margine di guadagno che ci fa, con la bravura e fortuna che ha avuto per entrare in quel segmento di mercato penso che non avrebbe alcuna difficoltà a pagare il giusto, o pagare bene, migliaia di lavoratori lasciando il segno in Sicilia. Ecco, una volta che dinanzi alle giuste offerte di lavoro non riuscisse a trovare dipendenti in Sicilia, allora sì che avrebbe diritto ad arrabbiarsi. Farlo così invece mi sembra ingiusto, ingeneroso e anche molto presuntuoso. Amunì mimmuzzu, viremu ri ‘rapiri e poi parramu!”.
A rispondere è stata Benedetta Pellizzeri, un’ex stagista della D&G che racconta la sua esperienza nell’azienda per l’Ufficio Prodotto Clienti deII’AIta Sartoria da inizio aprile a fine ottobre 2022.
“Non abbiamo mai avuto modo di interagire durante quel periodo, ma dopo le polemiche, riguardanti le sue ultime dichiarazioni che prendono in causa i giovani siciliani “sfaticati” sento il dovere di esprimerle la mia opinione” ha esordito la ragazza che prosegue quella che ha definito la sua “richiesta di confronto” inviata direttamente tramite pec all’azienda di moda.
“Mi rammarica visionare video dove Iei va in Sicilia, per dire ai giovani che vivono lì: “cosa cazzo ci fate qui”; “quando vengo in Sicilia le persone si aspettano che arrivo con una borsa piena di soldi”; “non state tutto il giorno attaccati ai cellulari”.
Mi perdoni se le sottopongo la questione, ma Iei si è chiesto perché quei giovani non vanno via dalla Sicilia? Si è domandato perché stanno sempre con Io sguardo attaccato ai cellulari, poi è vero che aspettano questa “borsa piena di soldi” o è Iei a percepirla in questo modo?
Ho imparato a fare mio un concetto semplice ma, al tempo stesso molto difficile : amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare, e questo l’ho imparato da un grande siciliano, che è rimasto nella sua terra e pur di cambiare le cose, è andato in contro alla morte, ma non si è mai lamentato, ha lavorato sodo per il cambiamento; ecco signor Dolce, mi chiedevo quando Iei in quella piazza di paese ha leso la dignità di quei giovani ragazzi, ha umiliato quei genitori, che magari sono pure orgogliosi del fatto che i figli non scappino via, si è chiesto se stava attuando un cambiamento o un disfacimento?
Eppure chi è siciliano sa bene come funziona nella nostra terra, poiché, senza dubbio, i nostri modi di fare, la nostra eredità ci rendono unici e se nasci in Sicilia provi meraviglia ogni volta che Iasci che il tempo scorra osservandone la bellezza, ma provi anche rancore, ti arrabbi con quest’isoIa dannata, vorresti urlarle contro, non sai se è meglio andare via senza voltarti, oppure, rimanere, accettando i compromessi, ecco non credo che ci sia una scelta giusta, chi va via Iascia il fardello a chi rimane, e chi resta non sa da dove cominciare la verità e che non si può giudicare né gli uni né gli altri.
Non può pensare che quello che ha fatto Iei, vada bene per tutti, né tanto meno credere che chi prende una valigia per andare, poi riesca a realizzarsi perché ha talento e voglia di fare (sa al giorno d’oggi il mondo del Iavoro ti tiene sempre in riga inculcandoti l’idea che tu non vali abbastanza).
Allo stesso modo magari c’è chi decide di aprire un ristorante a Palermo e appendere un cartello alla porta con su scritto: “QUI NON SI PAGA IL PIZZO”; c’è chi fa da pendolare e si laurea a trent’anni perché per pagare gli studi si ritrova a fare la babysitter, e poi diventa troppo vecchia per il mercato del Iavoro; c’è chi come me si trasferisce a Milano a ventitré anni con mille euro sul conto corrente, risparmiati grazie a un Iavoro trovato con Garanzia Giovani, e che con grande determinazione riesce a vivere in questa città, anche senza avere una solida stabilità economica, anche se il mio obiettivo era Iavorare nella moda, e invece, Iavoro in centro di smistamento postale; e sa cosa le dico: sono orgogliosa di me stessa, perché magari non faccio la vita che voglio, ma non ho mai mollato e sono sempre andati avanti, mi sono rialzata dopo ogni caduta e questo mi ha fatto capire che la vita è dura per me come per tutte le persone che mi stanno intorno.
Ho imparato che al diritto deII’onestà non devo mai rinunciare, ma non mi devo mai permettere di giudicare e offendere chi mi sta accanto, perché io non sono superiore a nessuno, Iei forse è arrivato talmente in alto che ha messo da parte la modestia e, invece, di usare la sua voce per dare dei messaggi importanti ha demotivato una generazione, che ogni giorno combatte una guerra contro l’ignoranza.
Sa, sono stata estremamente grata di aver potuto fare uno stage presso la sua azienda, anche se probabilmente, ero l’unica ad alzarmi alle 7:00 del mattino e tornare a casa alle 24:00, perché pur di fare esperienza e portare avanti la mia passione ero costretta a mantenermi con un altro Iavoro, e se la mia attività fosse valsa a poco, sono sicura che sarei stata mandata via in poco tempo, poiché conosco il mio valore.
Non me la prendo se non mi è stata data l’opportunità di continuare il percorso lavorativo, perché so di aver dato il massimo ogni giorno, ma mi chiedo: Iei Signor Dolce c’è l’ha ancora quella passione che l’ha spinta a partire per Milano alla ricerca di un futuro migliore, o si è circondato di frivolezze senza rendersi conto di quello che le accade attorno?
Lei si è chiesto se prova ancora la stessa passione di quando ero ragazzo? Se magari anche quei ragazzi siciliani hanno dei sogni e provano a realizzarli?
Gli esseri umani sono come dei Iibri, non si giudicano dalla copertina, magari Iei pensa di trovarsi davanti a un perdi tempo, ma se sfoglia le pagine scopre di stare seduto a tavolino con Cechov, e se non mi sbaglio questo è il Iavoro dei creativi: essere perennemente inquieti alla ricerca di nuovi orizzonti, ma Iei si è fermato, o li sta ancora cercando?
Senza remore morali Cordialemte Benedetta Pellizzeri
Ps: Mi sono appassionata al mondo della Moda, poiché credo che sia una forma d’arte che educa alla bellezza, capace di trattare temi molto importanti, che suscitino stupore ma, al tempo stesso facciano riflettere; ecco, io credo che il compito dello stilita, sia quello di trasmettere la bellezza senza mai perderne l’eleganza.