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Clima e sostenibilità. Brambilla: “I bambini ci guardano e non possiamo ignorare”

Redazione 2

Clima e sostenibilità. Brambilla: “I bambini ci guardano e non possiamo ignorare”

Lun, 28/08/2023 - 22:22

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“Anche su clima e sostenibilità i bambini ci guardano, e noi non possiamo e non dobbiamo stare a guardare”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, riguardo alla pubblicazione del 26.o “Commento generale” alla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia: una vera e propria guida agli obblighi di governi e imprese, tenuti a tutelare i diritti ambientali delle generazioni più giovani.

“Il Commento – aggiunge – è in realtà un appello urgente, che nessuna autorità responsabile può ignorare”.

“È intuitivo – spiega l’on. Brambilla – che la crisi ambientale e la crisi climatica sono anche crisi dei diritti dei bambini e degli adolescenti, che infatti hanno guidato in tutto il mondo la protesta contro le politiche che causano il riscaldamento globale, ma per la prima volta il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha affermato esplicitamente il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile, spiegando nel dettaglio che cosa significa.

Tra le altre cose, promuovere l’eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas naturale e il passaggio a fonti di energia rinnovabili, accrescere la qualità dell’aria e garantire l’accesso all’acqua potabile, rendere sostenibili agricoltura, zootecnia e pesca, proteggere e ripristinare la biodiversità. Per tutte le leggi, i regolamenti, le decisioni, i progetti ambientali sono necessarie valutazioni d’impatto sui diritti dell’infanzia e occorre fare in modo che i più giovani possano rivendicare anche in sede giudiziaria i propri diritti, quando scelte di governi o di imprese li mettano a rischio”.

“Ogni governo – conclude la presidente della commissione infanzia – ha il dovere di proteggere i bambini e i ragazzi di tutto il pianeta, quelli dei paesi più avanzati e quelli delle aree del mondo che hanno meno contribuito all’attuale situazione climatica, ma ne patiscono più gravemente le conseguenze”.