Salute

Caltanissetta, l’attitudine a vendersi per un piatto di lenticchie

Sergio Cirlinci

Caltanissetta, l’attitudine a vendersi per un piatto di lenticchie

Ven, 11/08/2023 - 14:14

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La Genesi (25, 22 segg.) narra che Esaù rientrato affamato dalla campagna, fu costretto dal fratello a vendergli la primogenitura per un piatto di lenticchie.
In questo passo si trattò di uno stato di necessità, la fame, e spesso si è portati a pensare che il “vendersi” avvenga per fame o stato di estrema necessità, ma purtroppo nella maggior parte dei casi questa condizione non ricorre. Sovente, per non dire nella maggior parte dei casi, trattasi di puro opportunismo. “Comportamento per cui, nella vita privata o pubblica, o nell’azione politica, si ritiene conveniente rinunciare a principi o ideali, e si scende spregiudicatamente a compromessi per tornaconto o comunque per trarre il massimo vantaggio dalle condizioni e dalle opportunità del momento”
Oltre all’opportunismo il “vendersi” è legato anche all’ambizione personale, nel voler raggiungere posizioni, difficilmente raggiungibili soltanto con le proprie capacità, e pur di arrivare allo scopo si è disposti a passare su tutto e su tutti, scendendo anche al più basso dei compromessi, rimettendoci spesso faccia e dignità, “venderebbe anche sua madre”, (cit.)
Persone che ripudiano il proprio credo, che tradiscono ideali, che svendono gli amici, tutto per un solo scopo…arrivare alla meta che ci si è prefissati, mettendo da parte anche la propria dignità.


Quando si ha una certa età e si è stato a contatto con tantissime persone, di gente simile, purtroppo, se ne sono incontrati tante e poco stupisce il fatto che ancora oggi trovino terreno fertile e gente disposta a dargli credito.
Se è vero è che la meritocrazia, tanto sbandierata, in molti settori è una vera e propria chimera, certi comportamenti non trovano comunque giustificazioni. In politica dove spesso e volentieri si assiste al peggio del peggio, la meritocrazia è solo a parole. In questo ambito le persone raramente valgono e fanno carriera per quello che sono, per proprie capacità, virtù o ideali, ma nella stragrande maggioranza dei casi si vale per quello che si rappresenta in termini di voti o per gli “sponsor” chi si hanno alle spalle conquistati con anni di servilismo. Ovviamente, anche in politica, esistono persone che incarnano sani principi e sani ideali, che si battono per il bene comune, non per un proprio tornaconto e vengono stimate ed apprezzate proprio per questo…ma sono perle rare. Il fare politica, come viene spesso e volentieri ripetuto, non viene prescritto da nessun medico, anzi chi si propone dovrebbe agire nell’esclusivo interesse dell’intera comunità, non solo per la parte che lo ha votato o per gli amici, dovrebbe possedere onestà intellettuale e capacità nel saper discernere le azioni giuste e quelle sbagliate, sia dei suoi stessi colleghi, del leader del suo partito e di quello avversario.

Ma sappiamo bene essere pura fantascienza e chi crede che sia così, non si offenda ma è o un ingenuo fa finta di crederci. Assistiamo invece a continui patteggiamenti, accordi, più o meno alla luce del sole. Loro li chiamano compromessi, che in politica ci stanno, ci mancherebbe altro, l’importante è però che siano vantaggiosi per la collettività, ma spesso e volentieri sono accordi utili solo per chi li propone e per chi li accetta e a rimetterci è come sempre sono i cittadini, che ingenuamente credono alla loro versione e magari li votano credendo agiscano solo nel loro interesse. Che la politica non è un ambiente sano, lo sappiamo tutti, ma cosa peggiore è quando a vendersi non è un politico, ma un semplice cittadino che da questo basso comportamento spera e spesso ottiene uno o più vantaggi, che solo per sue capacità non riuscirebbe ad ottenere, ovviamente il tutto a scapito di qualche altro. C’è chi lo fa per sistemarsi o sistemare qualcuno, figlio, parente o amico, far carriera, ottenere incarichi, etc. etc.. Questo comportamento, dal suo punto di vista giusto, “cu avi amici è francu di guai”, sfavorisce chi, pur avendo le capacità necessarie, se non maggiori, non ha l’amico giusto al posto giusto…”Cu è fissa sta a so casa”, altro detto tipico.


Ma i peggiori di tutti sono coloro che si “vendono”, all’insaputa dei più, presentandosi però come i “Salvatori della Patria”, come coloro cioè che da soli affrontano il mondo senza paure né timori reverenziali, ma nascondendo bene le loro vere intenzioni o fini. Spesso il mettersi in mostra, alzando volutamente i toni colpisce l’attenzione di chi non piace sentir “la voce scomoda”, e ciò non fa che aumentare in numero delle lenticchie nel piatto. Sarà poi la dignità di chi riceve in offerta “il piatto ricolmo”, saper mantenere la schiena dritta e non dimostrare, accettando, di dar ragione a chi aveva pensato male. Diffidare a priori ovviamente non è giusto, delle volte si sbagliano valutazioni, ma aprire bene occhi ed orecchie aiuta a capire parole, azioni e comportamenti. Il tutto se non altro per evitare di prendere cantonate o delusioni. Non è certamente cosa facile, tutti abbiamo avuto delusioni nel fidarci di chi si è poi dimostrato diverso da come voleva fa capire di essere. Non è neanche facile sgamarli, loro sono furbi, hanno un piano ben studiato e un cronoprogramma preciso. Si potrebbe ovviare chiedendo loro le analisi cliniche, giusto per vedere il valore del ferro nel sangue. Tutto questo genera anche il clientelismo “pratica sociale per cui personaggi influenti o individui che ricoprono cariche pubbliche e/o politiche rilevanti instaurino un sistema di favoritismi e scambi con chi non avrebbe alcun titolo per godere di codesti favori” Ma su questo ci rifletterò prossimamente.
Ad Maiora