Un’altra lezione di vita è stata offerta ad alcuni giovani dell’Istituto Penale Minorile (IPM) di Caltanissetta.
Con un permesso speciale tre detenuti hanno potuto lasciare l’edificio che si trova in via Don Minzoni per andare a visitare il Quartiere Angeli di Caltanissetta.
Un’iniziativa inserita all’interno del percorso di recupero personale
e reintegro sociale che ogni minorenne, temporaneamente recluso, deve vivere
per poter comprendere gli errori del passato e imparare quale via far prendere
alla propria vita.
Una “seconda occasione da sfruttare al meglio” è proprio la partita che ciascun detenuto dovrà giocare appena oltrepasserà le porte dell’IPM ma, per comprendere le “regole del gioco”, non sarà solo poiché ad aiutarlo saranno tutti gli operatori e formatori che a vario titolo ogni giorno frequentano l’istituto e offrono il loro contributo umano e professionale.
Un’uscita speciale, quella concessa dalla magistratura, proprio come quella precedentemente accordata per recarsi a trovare le suore di clausura del Monastero di Santa Chiara di Caltanissetta. In quell’occasione i giovani coinvolti hanno potuto riflettere sul senso della loro esistenza e di come “le sbarre” e “la cella” possano essere dei luoghi fisici, nei quali si è costretti a vivere, o metaforici, nei quali l’individuo si rifugia scappando dalla realtà senza affrontarla nel modo corretto.
In questa ultima esperienza, passeggiando nel quartiere, i ragazzi hanno potuto assaporare un altro livello di “libertà”, quella legata alla capacità di discernere sul loro futuro valutando bene se tagliare i ponti e fuggire via o accettare ciò che “non funziona” e mettersi all’opera per poter contribuire a far crescere legalità, bellezza e condivisione creativa di esperienze.
Ad accompagnare i detenuti dell’IPM sono stati il direttore dell’istituto penale minorile Girolamo Monaco, l’educatrice Viviana Savarino, le psicologhe Sara Di Gregorio e Margareth Russo, l’assistente sociale Luciano Arcarese e i referenti Oikos che stanno dando un’anima al progetto “espressione e libertà” il professore Andrea D’Amico, la pedagogista Barbara Grillo, la psicologa Valentina Palermo e l’arte terapeuta Alessia Giarratana. Gli operatori dell’associazione presieduta da Piero Cavaleri si stanno impegnando per promuovere iniziative e attività che facciano recuperare ai giovani reclusi la fiducia per il loro futuro.
Torna, ancora una volta, il concetto del “peso della libertà” di poter vivere non soltanto per sé stessi e i propri interessi personali ma anche per la comunità nella quale si è inseriti, contribuendo a costruire bellezza, benessere e stimoli positivi.
“I Care”, del resto, è un messaggio molto sentito in questi ultimi anni nel quartiere Angeli, oggetto di un’azione di recupero sociale e culturale nata soprattutto dai residenti del quartiere e da associazioni del territorio. Un quartiere storico, antico cuore pulsante della città, che ha ancora voglia di far sentire i suoi battiti. Un orto sociale curato anche dai bambini che frequentano la limitrofa scuola primaria, murales, istallazioni d’arte e anche un’attività commerciale nella quale si organizzano incontri, dibattiti e eventi diversificati. E anche l’antico e in larga parte abbandonato quartiere arabo ogni anno rinasce con il suo Presepe Vivente curato dall’associazione “Betlemme agli Angeli”. Un impegno civico che non è sfuggito nemmeno alle telecamere di “Generazione Bellezza” che ha realizzato un servizio speciale andato in onda su Rai 3.
Cicerone d’eccezione di questo incontro è stato Lorenzo Ciulla, un giovane che, con la sua casa museo Spazio Pitta consapevolmente ha scelto di restare nel proprio quartiere e agendo per la promozione culturale, economica e sociale. Nessun territorio è così difficile da essere “irrecuperabile” così come nessun giovane è da “etichettare” e abbandonare al proprio destino. Il percorso di rigenerazione spesso è complesso, lungo e lastricato da ostacoli ma si può trovare sempre una via d’uscita.
I giovani dell’IPM hanno apprezzato questa visita che ha permesso loro di acquisire un nuovo livello di libertà, di ascoltare un’esperienza di vita differente dalla loro e poter dialogare e confrontarsi. Esprimere i propri pareri e le proprie emozioni proprio come qualche mese fa hanno imparato a fare con il progetto di scrittura creativa promosso e realizzato in collaborazione con una classe del Liceo Classico, linguistico e Coreutico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta. Anche in quel caso un seme lanciato nel terreno è stato coltivato per poter far fiorire i sentimenti più profondi.
Ci vuole coraggio a combattere i pregiudizi sia rivolti alle persone sia ai luoghi. “I ragazzi dell’IPM hanno potuto vedere e toccare con mano come un quartiere disagiato può tornare a brillare per divenire allo stesso tempo un elogio al passato, una sicurezza per il presente e una speranza per il futuro”. Proprio come le loro esistenze.