Salute

Calabrone killer: anziano muore per choc anafilattico dopo essere stato punto

Redazione 2

Calabrone killer: anziano muore per choc anafilattico dopo essere stato punto

Ven, 18/08/2023 - 10:17

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Gilberto Trambaiollo, di 75 anni, ex assessore di Spilimbergo (Pordenone), è morto per choc anafilattico dopo la puntura di un calabrone.

L’anziano era nel salotto della propria abitazione quando è stato punto dall’imenottero. Ha fatto solo in tempo a chiamare al cellulare il figlio, che si trovava a Udine in quel momento, prima di accasciarsi sul divano. Per entrare in casa, i Vigili del fuoco hanno usato un’autoscala calandosi dalla finestra della soffitta rimasta aperta. Quando il personale medico ha potuto raggiungere il salotto, il paziente era già morto. I carabinieri hanno escluso responsabilità di terzi. 

I consigli degli esperti

Caratteristiche dell’insetto

Il calabrone appartiene alla classe degli insetti (Insecta), ordine degli imenotteri (Hymenoptera), genere Vespa, specie crabro. Anche noto come calabrone europeo o cravunaro rosso, questo insetto è il più grosso vespide europeo.  Gli esperti ricordano che puntura di calabrone è piuttosto dolorosa e, in soggetti sensibili e predisposti, può portare – come nel caso del signor Trambaiollo a conseguenze mortali.

Comportamento

Il calabrone, generalmente, tende ad evitare l’uomo, o comunque a mantenere un comportamento indifferente nei suoi confronti. Tuttavia, se ci si trova in prossimità del nido, esso può manifestarsi particolarmente aggressivo e attaccare. Alla luce di quanto appena detto, perciò, è possibile affermare che la puntura di calabrone viene utilizzata da questo insetto come meccanismo di difesa.

A differenza delle api, il calabrone possiede un pungiglione liscio che difficilmente rimane conficcato nella pelle del malcapitato. Grazie a questa caratteristica, l’insetto può pungere ripetutamente l’uomo, per questo motivo, dopo essere stati punti, è bene allontanarsi dall’area in cui ci si trova.

Pericolosità

Il veleno di calabrone si compone di due principali categorie di sostanze:

  • Componenti tossiche: sono sostanze che – una volta iniettate tramite il pungiglione – danno origine a dolore e forte vasodilatazione; quest’ultima è la diretta responsabile delle manifestazioni cutanee tipiche della puntura di calabrone (vedi paragrafo successivo). Esempi di sostanze tossiche di questo tipo sono le amine biogene contenute nel veleno, come ad esempio l’istamina.
  • Componenti con attività allergenica: queste sostanze danno origine a reazioni allergiche in individui sensibili. Gli allergeni iniettati attraverso la puntura di calabrone sono in grado di attivare una risposta da parte del sistema immunitario con conseguente liberazione di mediatori coinvolti nello sviluppo della reazione allergica.

Nonostante le sostanze in esso contenute, solitamente, il veleno di calabrone non è letale per l’uomo, poiché le concentrazioni iniettate attraverso il pungiglione sono ridotte. Tuttavia, nei casi più gravi d’ipersensibilità, è possibile andare incontro allo sviluppo di reazioni allergiche molto severe, potenzialmente letali se non trattate immediatamente (shock anafilattico).

Sintomi

I sintomi indotti dalla puntura di calabrone possono essere diversi in funzione dell’individuo che viene attaccato dall’insetto.

Solitamente, negli individui non allergici, la puntura di calabrone si manifesta con una reazione cutanea di tipo eritemato-edematosa (pomfo arrossato e gonfio) accompagnata da un dolore acuto che tende a risolversi nell’arco di un tempo relativamente breve.

Negli individui che manifestano un’ipersensibilità nei confronti del veleno dell’insetto, invece, la reazione cutanea alla puntura di calabrone può essere più severa dando origine ad un gonfiore più accentuato (reazioni locali con diametro superiore ai 5-10 cm) rispetto a quanto avviene negli individui normosensibili. Anche il dolore percepito è generalmente più intenso e tende ad aumentare gradualmente invece che ridursi.

In casi più gravi è altresì possibile andare incontro ad una reazione allergica sistemica.

Trattamento

In caso di puntura di calabrone, è molto importante intervenire rapidamente. Come affermato nei capitoli precedenti, difficilmente il pungiglione del calabrone rimane conficcato nella cute, tuttavia, nel caso in cui questa evenienza dovesse verificarsi, è necessario procedere immediatamente con l’estrazione dello stesso. Per fare ciò sarebbe bene utilizzare uno strumento dal bordo sottile preventivamente sterilizzato.

Dopo l’eventuale estrazione del pungiglione, o subito dopo la puntura di calabrone nel caso in cui il pungiglione non si fosse conficcato nella cute del malcapitato, sarebbe bene:

  • Lavare l’area di cute interessata con acqua e sapone e, successivamente, procedere con la disinfezione della pelle.
  • Per ridurre il dolore e cercare, per quanto possibile, di attenuare la risposta infiammatoria scatenata dalla puntura di calabrone, porre del ghiaccio sulla lesione, oppure esporre l’area interessata ad un getto di acqua fredda.
  • Utilizzare sulla lesione pomate a base di farmaci corticosteroidi (ad esempio, idrocortisone) appositamente formulate per contrastare i processi infiammatori derivanti da morsi e punture di insetti. Queste pomate, generalmente, sono liberamente acquistabili in farmacia o parafarmacia senza ricetta medica (sono, infatti, farmaci da banco).

Se nonostante i suddetti interventi, il gonfiore e il dolore persistono – o peggio, aumentano – è necessario l’intervento del medico che può prescrivere la somministrazione di altri farmaci corticosteroidi e/o di antistaminici.

L’intervento di personale sanitario è altresì fondamentale nel caso in cui si manifestino sintomi tipici di reazioni allergiche sistemiche o, nei casi più gravi, qualora si manifestino sintomi attribuibili a un potenziale shock anafilattico.

In simili frangenti, è necessario contattare immediatamente il 118, poiché la tempestività d’intervento è determinante per la salvezza del paziente.

In attesa dell’arrivo dei soccorsi, l’individuo ipersensibile punto dal calabrone deve rimanere in posizione distesa; se privo di sensi, dovrebbe essere adagiato nella posizione laterale di sicurezza.