Salute

Sgarbi replica alle accuse: “Al Maxxi era uno spettacolo, hanno scambiato provocazioni per insulti”

Redazione 2

Sgarbi replica alle accuse: “Al Maxxi era uno spettacolo, hanno scambiato provocazioni per insulti”

Lun, 03/07/2023 - 07:23

Condividi su:

“Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre. Sarebbe censura, vero fascismo. Le osservazioni di Sangiuliano sono condivisibili in tutto e per tutto, ma se riferite al comportamento in società o in sedi istituzionali: ad esempio, è chiaro che al Quirinale io non mi metto a dire parolacce. Ma il mio era uno spettacolo, era provocazione. C’è stato un profondo equivoco”.

Così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, in un colloquio con il Corriere della Sera, torna sulle polemiche sulle sue parole all’inaugurazione di Maxxi Estate.

Sulla reazione di Sangiuliano, Sgarbi dice: il ministro “è un cultore dell’estetica futuristica, sulla quale sta appunto progettando una mostra: Futurismo vuol dire dadaismo, significa la rivoluzione dentro i musei innescata da Marcel Duchamp. Una provocazione evidente che, anni dopo, culmina nella Merda d’artista di Manzoni…”, prosegue Sgarbi.

Per il critico d’arte, in ogni caso, non ci sarebbero stati incidenti dovuti alle sue parole: “Quando capita un incidente di qualsiasi tipo, te ne accorgi. Qui non se ne è accorto nessuno. Tutti hanno applaudito e il video era tutto online da tempo ? aggiunge ?. Poi succede che ungruppo di ‘signore’ dipendenti del Maxxi spedisce questa lettera di protesta a Giuli, ben 10 giorni dopo, e solo in quel momento scoppia il putiferio. Soprattutto mi risulta che la ‘signora’ animatrice di questa lettera sia una fiera oppositrice di questo governo: la lettera è solo un modo per colpire Giuli, perché è semplicemente reo di essere di destra”.

Sangiuliano, conclude Sgarbi, “mi ha scritto un messaggio chiedendomi come sto. Come ho risposto? Che sono indignato con i Calenda, con i soloni del Pd. E soprattutto con i grillini, che militano in un partito il cui figlio del fondatore Beppe è a processo per violenza sessuale”.