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San Cataldo, protesta alla Casa Reclusione. SiNAPPe: “Punire i responsabili e risolvere le criticità di tutte le carceri”

Redazione 2

San Cataldo, protesta alla Casa Reclusione. SiNAPPe: “Punire i responsabili e risolvere le criticità di tutte le carceri”

Mer, 26/07/2023 - 11:46

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Ieri sera i detenuti della Casa Reclusione di San Cataldo hanno iniziato un’azione di protesta. I futili motivi che hanno spinto i facinorosi a distruggere un intero istituto non possono passare inosservati o impuniti; va immediatamente presa posizione di dura condanna ad azioni vili di violenze e danneggiamenti.

L’esiguo numero di personale nel turno pomeridiano si è trovato in grosse difficoltà, ma grazie all’immediato intervento di tutto il personale libero dal servizio e della vicina Casa Circondariale di Caltanissetta, oltre che, delle altre forze dell’ordine, ha permesso che la rivolta fosse circoscritta senza danni alle persone.

È stato necessario l’intervento del Magistrato di Sorveglianza, oltre che della presenza continua del Comandante di Reparto e del Direttore, accorsi sin da subito.

“Nessuna scusa, nessuna motivazione e nessun disagio può mai giustificare l’inaudita violenza messa in atto da delinquenti che, in ogni caso, devono pagare i danni e le conseguenze di ciò che è accaduto – ha commentato il Segretario Nazionale SiNAPPe Rosario Mario Di Prima -. L’Amministrazione deve, immediatamente, pensare di allontanare tutti i responsabili della protesta e punirli senza se e senza ma. Attualmente non si conoscono i danni riportati alla struttura dell’istituto, ma gran parte dello stabile non sarà agibile e tale situazione, avrà una ricaduta dannosa per la società dal punto di vista economico” – aggiunge Di Prima – “Tutta la nostra solidarietà va, al personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la CR di San Cataldo e un meritato ringraziamento ai colleghi di Caltanissetta oltre che a tutte le altre forze dell’ordine intervenute a supporto”.

“Una nota negativa va nei confronti dell’Amministrazione centrale e al Governo, per non aver saputo dare le giuste risposte d’intervento sulle criticità del carcere, sull’azione repressiva di atteggiamenti irriguardosi delle regole da parte di diversi detenuti e sull’assenza di prese di posizione sulla gestione delle carceri” – aggiunge Di Prima – “Il caldo insopportabile dell’estate non potrà essere scenario di altre rivolte. Sarebbe opportuno, oltre che, necessario dichiarare lo stato di emergenza delle carceri e porre in essere un’azione forte per il controllo e la presenza dello Stato”.