Salute

Incendi in Sicilia: una notte di lavoro ed emergenza. Interi quartieri senza acqua ed elettricità

Redazione 2

Incendi in Sicilia: una notte di lavoro ed emergenza. Interi quartieri senza acqua ed elettricità

Mer, 26/07/2023 - 09:39

Condividi su:

E’ stata una notte di lavoro ed emergenza a Palermo per i tanti incendi ancora non domati che dalle montagne arrivano a lambire le città e, addirittura, anche l’aeroporto e l’ospedale.

Lo scalo aereo è stato chiuso per alcune ore, andando ad accumulare i disagi per i passeggeri che dovevano viaggiare dal “Falcone-Borsellino” ai quali si erano già aggiunti quelli dirottati da “Fontanarossa” quando un incendio di 10 giorni fa aveva bloccato partenze e arrivi.

Minacciato ma non evacuato, invece, l’Ospedale Cervello nella periferia di Palermo. I vigili del Fuoco, infatti, sono riusciti ad arrestare la corsa delle fiamme garantendo la sicurezza di tutti i pazienti e il personale sanitario presente nella struttura sanitaria.

Nonostante il duro lavoro delle forze di emergenza e dei vigili del fuoco, però, focolai sono ancora presenti in tutte le montagne che circondano Palermo: San Martino delle Scale, Monte Pellegrino, la riserva di Capo Gallo e il monte di Pizzo Sella, che domina le borgate marinare di Mondello e Sferracavallo.

Molti quartieri del capoluogo sono senza corrente elettrica: “Siamo abbandonati – dice un residente del quartiere Arenella a Palermo – siamo senza luce da più di 24 ore. La situazione è gravissima”. Altri quartieri periferici del capoluogo siciliano sono senz’acqua. 

Il forte vento di Scirocco ieri ha impedito una corretta gestione dell’emergenza poichè i Canadair non riuscivano a decollare. Questo ha impedito di raggiungere “dall’alto” i punti più critici degli incendi e supportare il lavoro che a valle veniva effettuato dalle squadre antincendio.

Molti residenti, messi al sicuro minori e anziani, hanno scelto di restare nelle proprie abitazioni anche se minacciate dalle fiamme. Il tentativo era quello di prestare supporto come volontari ai professionisti e riuscire a mettere in salvo le proprie abitazioni.

La giornata di ieri, infatti, è stata travolta da oltre 86 focolai in differenti zone della Sicilia mostrando un quadro che, chi lo ha visto di presenza, ha definito “apocalittico”. Impossibile, dunque, garantire squadre di emergenza in ogni zona coinvolta.

Scongiurare sul nascere pericoli di inquinamento e per la salute dei cittadini non soltanto in queste ore ma anche nei prossimi giorni. Gli incendi hanno coinvolto anche un’autorimessa e una delle vasche di raccolta rifiuti della discarica di Bellolampo a Palermo. Servirà, dunque, effettuare una scrupolosa attività di monitoraggio.

Nel frattempo Governo Regionale e parlamentari Bipartisan chiedono a gran voce la proclamazione dello Stato di Emergenza e il supporto dello Stato senza, in alcuni casi, risparmiare critiche sulla gestione della prevenzione, arma fondamentale per combattere questi eventi.

“Mentre la Sicilia brucia e necessita di uomini e mezzi, il Ministero dell’Interno toglie dal soccorso proprio in questi giorni, ben 130 vigili del Fuoco per l’espletamento di un corso di formazione della durata di 5 settimane per il passaggio alla qualifica di Capo Squadra. Proprio così, una scelta clamorosa che sta depauperando l’organico delle nostre caserme, mettendo a rischio gli operatori rimasti che sono in minor numero e sempre più sotto pressione”.  A denunciarlo è il vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola, dopo aver sentito le sigle sindacali dei Vigili del Fuoco. “Non è bastata l’esperienza dello scorso anno – spiega Di Paola – quando per il concorso ad Ispettori, ancora una volta in pieno periodo estivo, l’organico è stato privato di ben 70 operatori. Oggi l’ammanco è dunque di 130 unità che, divise per ciascuna caserma, pesano come macigni nella situazione di attuale emergenza. A mancare all’appello in totale vi sono quindi 200 vigili del fuoco. Tra l’altro nel momento in cui questi operatori vengono riqualificati, potrebbero non rientrare più in Sicilia. Basti pensare che nella sola provincia di Palermo mancherebbero 37 Vigili del Fuoco. Esprimo tutta la mia solidarietà  e vicinanza a tutti gli operatori e i volontari che in questo momento sono in prima linea nel fronteggiare questo disastro” – conclude Di Paola.

“L’emergenza ha messo l’isola in ginocchio e a questo si aggiunge la chiusura dei due principali aeroporti di Catania e Palermo che ha di fatto isolato la Regione – hanno sottolineato il gruppo dei parlamentari siciliani di Camera e Senato e il gruppo deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana di Fratelli d’Italia – Senza trascurare i numerosi disservizi dovuti all’assenza di luce e acqua, che mettono ancor più in difficoltà i cittadini in queste ore. Quello che si sta verificando è un danno senza precedenti. Si rischia di tornare ai numeri pre-pandemia, proprio nel periodo di picco dei flussi turistici e del rientro alla terra d’origine di decine di migliaia di persone, con perdite economiche enormi. Il Governo nazionale dovrebbe individuare fondi a sostegno delle imprese colpite da questa gravissima situazione e convocare subito un tavolo per affrontare l’emergenza nell’immediato. Subito dopo occorre una riunione interministeriale per individuare le responsabilità, se ve ne fossero, a cominciare da Enel, e prevedere tutti gli interventi per evitare che quanto sta accendendo in questi giorni non si verifichi mai più”.

Ai danni dovuti alla calura che infiamma le sterpaglie e le aree verdi si aggiunge la “mano criminale dell’uomo” che, secondo le prime ricostruzioni ancora da verificare, pare abbiano generato l’incendio nei pressi dell’area archeologica di Segesta. “Le fiamme divampate ieri sera non hanno risparmiato neppure il Parco archeologico – ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani -. Da una prima ricognizione, per fortuna, è stato possibile verificare che non sussistono danni ai siti monumentali: il tempio, il teatro e la casa del Navarca sono rimasti illesi. Ma se, come sembra, il rogo è stato causato da una mano criminale, si tratta di un gesto gravissimo che va condannato con forza perché ha messo a rischio l’incolumità di chi vive nelle zone limitrofe e ha recato un grave danno al nostro inestimabile patrimonio storico-artistico. Mi auguro che si possa risalire al più presto ai responsabili».