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Una parola all’asta: è la prima volta nella storia dell’arte. Ancora misterioso il prezzo di partenza

Redazione 2

Una parola all’asta: è la prima volta nella storia dell’arte. Ancora misterioso il prezzo di partenza

Dom, 04/06/2023 - 11:28

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Una parola all’asta, per la prima volta nella storia dell’arte. Martedì 6, alle 18, presso la casa d’aste Drouot di Parigi, insieme, tra gli altri, a un quadro e a un disegno di Amedeo Modigliani e due sculture di Luciano Fontana, sarà battuta all’asta un’opera dell’artista italiano Alberto Sorbelli. Una parola, depositata il 21 marzo scorso insieme alle motivazioni della scelta di quel termine presso un notaio di Parigi, per dare solidità giuridica all’opera.

Perché una parola? “Era da almeno un decennio che lavoravo a questo progetto – spiega Sorbelli all’Adnkronos, sottolineando le difficoltà dal punto di vista giuridico della realizzazione della sua opera – Poi, nel febbraio dello scorso anno, è stata approvata una legge che consente alle case d’asta di vendere opere immateriali”.

E a quel punto ha potuto andare avanti con il suo progetto, un inedito nel panorama artistico mondiale. La scelta di vendere la parola in una casa d’aste e non in una galleria poi è tutt’altro che casuale: “La casa d’aste è il tempio del mercato, dove ognuno mette in scena il proprio desiderio e la capacità di realizzarlo – spiega l’artista romano che vive da tempo in Francia – Quello che conta oggi nel mondo dell’arte è il mercato, il prezzo dell’opera, un’opera ha valore solo se ha valore”.

E allora la casa d’aste “dà una legittimità che la galleria non dà, una volta che viene pagato quel prezzo, quello diventa il valore dell’opera, non ci sono ambiguità”, dice Sorbelli.

Che poi parla di quello che succederà martedì: “Il mio è l’ultimo lotto, il numero 17. E dopo il disegno e il quadro di Modigliani, le sculture in ottone di Fontana toccherà a me…Ma non ci sarà nulla, ci sarà un’asta su qualcosa che non si vede, che non si tocca. Assisteremo al teatro del mercato”. Ma se la parola – che parte da una base d’asta “misteriosa” – sarà aggiudicata, “avremo dato valore a qualcosa che non conosciamo – conclude l’artista – che conosco io e solo un’altra persona”. E quella persona se vorrà, potrà rivenderla, in una sorta di passaparola, sempre senza comunicarla a nessuno.

A battere la parola di Alberto Sorbelli all’asta – un progetto che ha avuto tra i suoi primi sostenitori il direttore dell’allora Centre Pompidou di Metz e oggi di Parigi, Laurent Le Bon – saranno Alexandre Giquello e Violette Stcherbatcheff.