“È un tirocinio formativo attivo per ricchi quello erogato dalle università siciliane ai candidati che intendono diventare docenti di sostegno. Nell’Isola, infatti, il suo costo, di circa 3.700 euro, è nettamente superiore a quello di tante altre università del Paese. Basti pensare che a Firenze costa 2.500, mentre a Genova o Bari 2.800”. Lo dicono in una nota congiunta Adriano Rizza e Fabio Cirino, rispettivamente segretari della Flc Cgil Sicilia e della Flc Cgil Palermo.
“Non avendo livelli essenziali delle prestazioni uguali all’interno del Paese – spiegano – e avendo anzi condizioni oggettive differenti, ci troviamo di fatto in un sistema di autonomia differenziata di fatto. I siciliani sono costretti a pagare di più, ben oltre due mensilità per chi lavora, figuriamoci per chi è disoccupato”.
“Non ci piacciono i piagnistei e non chiediamo certo di pagare di meno – continuano Rizza e Cirino – ma certamente non pagare di più come già avviene, per esempio, per i costi legati al trasporto aereo e non solo. Occorrerebbero tariffe certe, calmierate e uniformi in tutto il paese, invece si assiste a queste disparità alle quali non vogliamo abituarci”.
“Non comprendiamo ma soprattutto non possiamo accettare le cause di tali differenze – concludono – ed anche se è vero che tali cifre derivano da un accordo sottoscritto nel 2015 in sede Crus lo riteniamo iniquo e da modificare”.