Di visori per la realtà aumentata e virtuale si parla da anni, ce ne sono sul mercato diversi modelli e tante aziende hanno provato e stanno provando a migliorarli. Ma adesso che Apple ha esordito ufficialmente nel mercato, c’è da scommettere che questi dispositivi entreranno a breve nella vita delle persone, anche quelle non appassionate di tecnologia. D’altronde è successo già con Apple Watch, arrivato quando già altri smartwatch erano alla seconda generazione. Ieri, in occasione della sua conferenza annuale degli sviluppatori “Wwdc”, l’azienda di Cupertino ha svelato Vision Pro, degli occhialoni che assomigliano vagamente a una maschera da sci, che immerge chi li indossa direttamente dentro al mondo dei servizi Apple grazie alla realtà mista.
Indossando il visore infatti compariranno davanti agli occhi dell’utente, sovrapposte al mondo reale che lo circonda, le finestre e la piattaforma tipiche dei dispositivi con la Mela, dal Mac all’iPhone.
Tramite Vision Pro è infatti possibile utilizzare le app principali, dal browser internet per navigare in rete ai servizi di mail e messaggistica, fino ovviamente all’intrattenimento. Alla presentazione a Cupertino Apple ha anche introdotto una collaborazione con Disney, visto che proprio tv e cinema saranno uno degli utilizzi prediletti del visore: i 23 milioni di pixel di cui è dotato il display (sarà come avere una televisione più definita del 4k per ogni occhio), e gli speaker posizionati ai lati permetteranno infatti di guardare un film come su uno schermo molto grande e con audio spaziale senza bisogno di avere nessun altro dispositivo.
La presentazione
La struttura è simile a quella di altri visori sul mercato, come il nuovo Meta Quest 2 di Meta o il PlayStation Vr2, ma il design e i materiali sono concepiti per superare quello che è il primo problema dei visori: il peso e la scomodità. Se ci riuscirà o meno, lo sapremo soltanto dopo che verrà commercializzato, ovvero nei primi mesi del 2024 (prima negli Usa, poi “in altri Paesi selezionati”, e non si sa se fra questi c’è anche l’Italia). Innanzitutto, nella parte frontale è trasparente, proprio come fossero occhiali: chi guarda da fuori può vedere gli occhi di chi lo indossa, e quest’ultimo può tenerlo addosso anche mentre svolge altre attività. È insomma concepito per la quotidianità, cosa che lo rende una versione evoluta (e realizzabile) degli occhiali intelligenti che Google provò a lanciare senza successo ormai 10 anni fa.
Vision Pro ha una fascia elastica posteriore per essere indossato, e la parte interna è realizzata in un morbido tessuto per adattarsi al volto di chi lo indossa. È composto da uno schermo curvo nella parte frontale, che nasconde due fotocamere, dei sensori di profondità e tre lenti per ogni occhio. Due fotocamere sono posizionate anche internamente, per seguire il movimento degli occhi: sarà proprio lo sguardo infatti il “cursore” con cui ci si sposterà tra le varie finestre. Ma non solo: sarà anche possibile usare i gesti delle mani: il “clic” si farà unendo pollice e indice, mentre una tastiera virtuale ci permetterà di scrivere. Nella parte sinistra ha un cavo connesso a una batteria esterna, che si dovrà portare in tasca. Non il massimo della praticità, ma quello di trovare un modo per alimentare il dispositivo senza appesantirlo resta la sfida maggiore.
Vision Pro integra il nuovo processore R1, concepito apposta per lui, che funziona in parallelo all’M2 (quello montato sugli ultimi dispositivi Apple), e ha un suo sistema operativo, VisionOS: sarà su questa piattaforma che dovranno lavorare gli sviluppatori per espandere il mondo delle app fruibili da questi occhialoni. Anche questo si vedrà l’anno prossimo, ma intanto quel che resta meno fruibile (come da tradizione Apple) è il prezzo: Vision Pro, negli Stati Uniti, partirà da 3499 dollari.