Sono 6.383 le persone che sono state recluse nei Centri di permanenza per il rimpatrio nel 2022.
Di queste soltanto 3.154 sono state effettivamente rimpatriate: in Tunisia (2248), Albania (127), Egitto (318), Marocco (92). Ciò significa che il 50,6% delle persone ha avuto un trattenimento detentivo senza il perseguimento dello scopo per cui esso era legalmente previsto”. Così il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma nella sua Relazione annuale al Parlamento.
I Cpr attivi sono 9: Bari-Palese, Brindisi-Restinco, Caltanissetta-Pian del Lago, Gradisca d’Isonzo, Macomer, Palazzo San Gervasio, Roma-Ponte Galeria, Trapani-Milo, Milano (il Cpr di Torino è stato chiuso a marzo 2023).
I giorni di permanenza media vanno dai 15,47 di Caltanissetta-Pian del Lago ai 72,74 di Macomer.
“Il tempo della privazione della libertà nei Centri per il rimpatrio (Cpr) è inequivocabilmente vuoto e trascorre in spazi anch’essi vuoti – sottolinea Palma – Una duplicità di assenza che si unisce a quella sensazione di essere giunti al termine negativo del proprio progetto – qualunque esso fosse – e di doversi misurare così con il terzo vuoto: quello interiore”.