Avanzare verso un’economia circolare, che metta al centro la persona e non il profitto, significa compiere il primo passo in direzione di una scelta etica che faccia da madre alla sostenibilità. E tra i suoi figli vediamo l’affermarsi dell’Ecodesign, ovvero l’approccio della progettazione attento agli impatti ambientali dei prodotti durante il loro ciclo di vita.
Tante le risorse naturali e materie prime esistenti sul nostro pianeta, e piena è la volontà di sviluppare un modello di progettazione che riduca anche la quantità di rifiuti generati, proprio per preservare le fonti disponibili sulla Terra.
L’ecodesign, difatti, utilizza maggiormente materiali quali il legno, il ferro, la carta e il vetro e rispetta i princìpi del riuso e del riciclo; in particolar modo, fa riferimento alle cinque fasi del ciclo di vita di un prodotto: sviluppo, presentazione, crescita, maturità, declino.
Dove, però, le modella secondo linee guida necessarie a ridurre l’impatto ambientale complessivo di tutta la linea produttiva: estrazione e fornitura delle materie prime; produzione; distribuzione; utilizzo del prodotto da parte del consumatore finale; recupero e riciclaggio del prodotto.
E, ancor prima, analizza i materiali usati, il consumo di energia necessaria alla produzione, l’impiego di materiali riutilizzabili.
L’ecodesign si pone l’obiettivo di utilizzare minori quantità di risorse naturali e materie prime all’interno della catena produttiva, insieme alla volontà di ridurre le emissioni di gas e di inquinamento e all’idea di voler progettare il prodotto secondo i princìpi del riutilizzo e del riciclaggio.