Fatti dall'Italia

Alluvione in Emilia: ActionAid chiede a Musumeci una legge per le ricostruzioni

A maggio 2023 in Emilia-Romagna è accaduta l’ennesima alluvione italiana, a pochi mesi da Ischia e da quella nelle Marche, portando a 40 il numero di vittime in meno di un anno. Oggi l’Italia non è pronta per ridurre i rischi di disastri e non lo è nemmeno per governare quello che accade dopo un sisma o un’alluvione. L’Italia non ha una legge che indichi come affrontare la ricostruzione e ciò ha delle conseguenze gravi sulle tempistiche, sulle modalità da attuare e sui diritti delle persone colpite, sul futuro di intere comunità e centri abitati.

L’adozione di un Codice delle ricostruzioni si è arenata con la scorsa legislatura e, nonostante le numerose promesse in tal senso, ancora nessun passo concreto è stato fatto dal Governo Meloni. Per questo ActionAid con la rete #Sicuriperdavvero oggi a Roma in un confronto pubblico con il Ministro Musumeci ha chiesto con forza al Governo che venga aperto con urgenza un processo di ascolto e consultazione con i comitati e le associazioni che rappresentano le persone colpite e le organizzazioni della società civile coinvolte insieme ai territori, affinché venga redatta una legge sulle ricostruzioni che tenga conto del loro punto di vista, saperi, esperienze.

COSA CAMBIEREBBE CON IL CODICE DELLE RICOSTRUZIONI. Solo negli ultimi 50 anni il nostro Paese ha subito sei violenti terremoti. Il 36% dei comuni italiani si situa nelle zone sismiche più pericolose. Qui vivono circa 22 milioni di persone e sono presenti più di 6 milioni di edifici, la maggior parte ad uso residenziale. Il 93,9% dei Comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera (dati ISPRA). Se l’Italia avesse un codice delle ricostruzioni, esse non verrebbero lasciate ad ogni nuovo evento catastrofico alla discrezionalità di chi è al Governo in quel momento; non si perderebbero settimane di tempo a discutere su quale figura sia più adatta a gestire il post emergenza, o quali siano i luoghi deputati a prendere tali decisioni o ancora, le persone saprebbero già a quali strutture rivolgersi e con che tempi verrebbero attivate le misure per la ricostruzione e conoscerebbero in modo certo e tempestivo i criteri con cui riceveranno contributi per ricostruire e poter tornare ad abitare le proprie case e i propri territori.

NUOVI DISASTRI, VECCHI PROBLEMI. Questa grave lacuna in Italia produce e ha prodotto incertezze, lungaggini, accumulo di ordinanze sia sulla ricostruzione delle abitazioni e delle attività economiche, che su quella pubblica, ovvero di scuole, ospedali, altri centri nevralgici per la vita sociale, aggregativa e comunitaria; lo sperimentano ancora sulla propria pelle le popolazioni colpite per esempio dal sisma dell’Aquila 2009 o da quello del centro Italia 2016. Ma, ancor più grave, la mancanza di una legge sulla ricostruzione ha sinora determinato differenze nelle norme e quindi nei diritti concessi ad ogni disastro alle popolazioni colpite; differenza tra: i contributi per la ricostruzione della casa, i sussidi per le abitazioni provvisorie, l’esistenza o meno di fondi per attività economiche, sociali ed aggregative destinate alle comunità.

“L’assenza di una normativa per le ricostruzioni fa sì che non sia previsto e disciplinato il ruolo delle persone e comunità colpite nelle ricostruzioni. Il loro diritto di essere informati sullo stato della ricostruzione e partecipare alle decisioni che determineranno il ritorno alla normalità ed il futuro dei loro territori non è garantito in alcun modo. Ma come è possibile pensare che una ricostruzione parta senza prevedere degli spazi di coinvolgimento di quelle persone che hanno sin qui abitato e reso vivi i territori? Senza di loro, senza gli e le abitanti, senza i comitati e le associazioni locali che si spendono ogni giorno per mantenere viva la comunità, ogni ricostruzione è destinata a creare luoghi deserti” dichiara Katia Scannavini, vice segretaria ActionAid Italia.

ActionAid nel 2019 ha dato vita alla campagna nazionale #Sicuriperdavvero che ha attivato oltre 400 persone e realtà sociali, associazioni, comitali locali, esperti attorno all’urgenza di avviare un dibattito pubblico, partecipato e ampio, sulle politiche di prevenzione e di ricostruzione in Italia.

Al Ministro Musumeci è stato chiesto:

  • Che venga messo a punto un modello di gestione stabile, certo ed efficace per le ricostruzioni in Italia e che nel definirlo vengano coinvolte le comunità e i territori già colpiti perché hanno maturato esperienza e sapere locale.
  • Che venga disciplinato in maniera chiara ed uniforme su tutto il territorio nazionale cosa accade alle persone, ai servizi di welfare, alle attività economiche e sociali nel periodo che intercorre tra la prima risposta e il superamento dell’emergenza con l’avvio della ricostruzione vera e propria.
  • Che sia garantita la partecipazione delle persone che vivono e animano i luoghi colpiti in tutte le fasi della ricostruzione e anche nelle fasi di transizione tra risposta e superamento dell’emergenza, attivando spazi, modi e luoghi di coinvolgimento di tutte le espressioni delle comunità colpite (es. lavoratori e lavoratrici non residenti, persone proprietarie di immobili in cui non abitano e le persone con background migratorio)
  • Che vengano stabiliti processi e luoghi deputati a rendere conto delle risorse pubbliche che vengono impiegate per le ricostruzioni ad avere accesso a tutte le informazioni che riguardano le ricostruzioni.
  • Che venga garantita a cittadini e cittadine e loro forme organizzate la possibilità di promuovere attività a beneficio della collettività e contribuire con la loro iniziativa al processo di ricostruzione.
  • Che vengano previste sempre misure e risorse dedicate alla ricostruzione e alla rigenerazione sociale, economica e culturale per tutto il tempo necessario al ritorno della normalità.

Per approfondire è consultabile il White Piper LINK 

Hanno aderito alla campagna: AIP2 Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica, Alterego – Fabbrica dei Diritti, Brigate Solidarietà Attiva Marche, C.A.S.A. I Cosa Accade Se Abitiamo, Frontignano di Ussita, Cittadinanzattiva, Comitato “Noi per San Giovanni”- Accumoli, Comitato “Ricostruire Pantana e Montegallo”- Montegallo, Comitato “Valle del Rio”- Montegallo, Coordinamento Comitati Terremoto Centro Italia, Geologia Senza Frontiere, IoNonCrollo – Camerino, ISDE Italia, Associazione Medici per l’Ambiente, LAV – Lega anti Vivisezione, Legambiente, Movimento Tellurico, OnData, Piè Vettore – Pretare di Arquata del Tronto, Radici Accumolesi – Accumoli, SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, SNOP – Società Nazionale Operatori della Prevenzione, The Good Lobby, Urban Center L’Aquila

Condividi