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A Caltanissetta spunta “il Paladino”, un nuovo Murales che racconta la storia e il riscatto della città

Da qualche giorno chi passa da via Redentore, nel bivio che interseca via Messina, trova un murales che raffigura un eroico Paladino.

Si tratta di una nuova opera fortemente voluta dai commercianti della zona, patrocinata dall’attuale amministrazione e realizzata da Loste, artista che in città ha già firmato altri murales che raccontano la storia e le tradizioni nissene.

L’enorme “Pupu Siciliano” si aggiunge alla lista, sempre più lunga, di opere figurative dislocate in città e che permettono di rendere Caltanissetta sempre più colorata ma anche più culturalmente attrattiva per curiosi e turisti.

Il murales, per riassumere e ricordare, si aggiunge ai 4 realizzati dall’associazione Piccoli Gruppi Sacri di Caltanissetta in via Rosso di San Secondo per rievocare, attraverso particolari, scene ispirate alla Settimana Santa di Caltanissetta con le sue Vare e Varicedde.

Segue anche le due donne che sono state rappresentate nel quartiere Angeli. La prima, sulle pareti del Parcheggio di Via Medaglie d’Oro, ha quei connotati arabi che evocano un possibile retaggio di dominazioni passate, mentre l’altra, in un’abitazione privata a poche centinaia di metri dal Castello di Pietrarossa, una possibile fisionomia della principessa Adelasia. Sempre nel quartiere tra i più antichi della città un altro murales, simboleggiante “La Cura”, racconta l’impegno sociale dell’associazionismo al servizio dei più fragili.

Seguono anche i due murales che si trovano custoditi nel Quartiere Provvidenza, un cuore pulsante – per ricordare l’antico centro e fulcro cittadino – e una donna che, anche in questo caso, assume connotazioni e tonalità tipiche della popolazione araba.

Ultimo – ma non in importanza e dimensioni – il murales commissionato da alcuni cittadini nisseni per la facciata del loro condominio che, geograficamente, è visibile da diverse zone della città. Anche in questo caso la protagonista del grande murales è una donna attorniata dai fiori.

Non è un caso o una preferenza di genere se i soggetti sono prettamente al femminile bensì una scelta culturale dato che lo stesso nome della città, Kalat Nissa, significa “castello delle donne”.

Un murales, del resto, è da percepire come un tatuaggio che comunica un messaggio non soltanto sul luogo nel quale è stato impresso ma, soprattutto, all’esterno e alle persone che, passando, si soffermano e su di esso riflettono.

E la scelta del paladino, proprio in quel luogo, vuole sottolineare questo messaggio di riscatto, rivincita e spirito eroico che non viene mai abbandonato, nemmeno quando le guerre sembrano quasi verso la sconfitta.

Un soggetto che acquista anche più valore data l’intitolazione dell’aiuola sulla quale si affaccia. Nella piccola area verde, infatti, c’è una stele dedicata ad Antonino Caponnetto, monumento collocato proprio alle porte del quartiere nel quale è nato il giudice coraggioso.

A breve l’opera, fortemente voluta da Gaetano Tricarichi insieme ad altri commercianti del quartiere, sarà inaugurata alla presenza dell’artista Mirko Cavallotto in arte Loste, il Sindaco Roberto Gambino, la Soprintendente ai beni culturali della Provincia di Caltanissetta Daniela Vullo e tutti i cittadini e rappresentanti istituzionali che si sono impegnati e attivati affinché questo murales venisse realizzato.

“Il Paladino è un Sostenitore, difensore valoroso, leale, disinteressato che non toglie mai l’elmo dall’alto della sua fierezza – ha spiegato la consigliera Comunale Adele Castellana, sostenitrice della realizzazione dell’opera -. In questo murales, invece, il valoroso Paladino toglie l’elmo e china il capo dinnanzi alla stele del Giudice Antonino Caponnetto. La rigenerazione urbana voluta dall’amministrazione Gambino e la cultura della legalità passa anche attraverso queste azioni”.

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