“Un segnale inquietante che sarebbe colpevole sottovalutare. Qualcosa di grave sta accadendo tra i ragazzi, il mondo degli adulti deve rendersene conto”. In un’intervista a ‘la Repubblica’ lo psichiatra Massimo Ammaniti analizza il malessere di una generazione uscita con le ossa rotte dalla pandemia e che spiegherebbe l’aggressione subita dalla docente di italiano da parte dello studente di Abbiategrasso. Per lo psichiatra si tratta di “un gesto che non va minimizzato ma da inserire in un contesto piu’ ampio” perche’ “dopo la pandemia la depressione e gli stati ansiosi tra gli adolescenti sono esplosi”.
A tutto cio’, secondo Ammaniti, “bisogna aggiungere la perdita di autorevolezza della scuola e famiglie che di fronte agli insuccessi dei figli colpevolizzano i professori”. Il medico sostiene che “se guardiamo alla nostra storia” c’e’ un salto di qualita’ nella violenza dei ragazzi ma diversa “se immaginiamo situazioni di tipo americano” perche’ “il ragazzo prima di ferire l’insegnante ha fatto uscire dalla classe i suoi coetanei. Questo ci dice che non voleva colpire per colpire ma aveva un bersaglio ben preciso, un piano premeditato, frutto probabilmente di elucubrazioni di tipo paranoico”.
Ammaniti considera che “nell’adolescenza puo’ accadere che il piano della realta’ venga stravolto dalle proprie emozioni” cosicche’ nella testa del ragazzo-aggressore “la professoressa e’ diventata la colpevole della sua infelicita'”. Quanto all’autorevolezza dell’istituzione scuola, Ammaniti conclude che “ne’ i giovani ne’ le loro famiglie riconoscono piu’ una funzione educativa alla scuola, i docenti vengono costantemente attaccati, il loro ruolo sociale, a cominciare dagli stipendi, e’ sempre piu’ fragile” perche’ sono ormai tanti “i genitori aggrediscono gli insegnanti se i figli prendono un brutto voto” cosicche’ “in un contesto tanto svilito puo’ dunque accadere che si sviluppi un gesto estremo” anche perche’ “i nostri ragazzi sono pochi, spesso figli unici, abituati ad essere al centro delle attenzioni familiari, con modelli educativi dove tutto viene giustificato”.