“Da sempre si dice che Caltanissetta sia una città moderata, borghese, di centrodestra, anzi di destra centro. Ma ad esaminare il colore politico dei sindaci e dei partiti presenti in Consiglio Comunale nell’ultimo mezzo secolo possiamo dire che, dopo la “dittatura” democristiana degli anni sessanta, settanta e ottanta sfociata in un inglorioso commissariamento, soltanto per quattro anni si è registrato un governo della destra. Poi soltanto reggenze di centrosinistra, commissariamenti sancataldesi, abbagli partecipativi e farina di grillini. C’è da chiedersi perché e fare profonde riflessioni”.
Lo ha dichiarato Michele Giarratana (Caltanissetta Protagonista), sottolineando come la città per decenni, a seguito di una regolare elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, non abbia avuto un governo con obiettivi e ideali di destra. Il problema, secondo il rappresentante di Caltanissetta Protagonista, è stata l’incapacità di presentarsi alle urne sostenendo in modo compatto ed energico un unico candidato. Caratteristica che, invece, è avvenuta per le elezioni regionali e nazionali con rappresentanti “imposti” dall’alto e non scelti dalla base del partito.
“Eppure – prosegue – quel popolo di centrodestra, è stato sempre pronto, compatto e presente nelle altre competizioni, siano state esse regionali o nazionali, anche quando gli hanno proposto e imboccato una Brambilla o una Craxi qualunque; quel popolo ha deciso di tradire la sua ideologia e i suoi figli cercando improbabili cambiamenti un po’ naif e un po’ truffaldini. Decretando di fatto la morte di questa città”.
Una condizione che Michele Giarratana invita a lasciare relegata al passato e iniziare a cambiare atteggiamento e visione in vista delle prossime elezioni.
“Fra un anno ci risiamo, si vota per il nuovo Sindaco. C’è chi scalpita a sinistra, chi pensa di essere premiato nuovamente e chi invece trama nell’ombra cercando accordi sottobanco. Solito film dell’orrore o dell’errore.
Per sgombrare il campo da ogni sterile discussione e per ristabilire le giuste distanze e gli esatti parametri della politica, non può che essere Caltanissetta Protagonista, primo partito del centrodestra dal 2014 ad oggi sia come numero di consensi e per ben due volte al ballottaggio con un suo rappresentante, a rivendicare ufficialmente il ruolo di guida della coalizione ed il diritto di indicare il candidato sindaco o quanto meno di avallare, non prima ma sullo stesso piano degli altri movimenti e partiti della nostra grande area, il nome del candidato sindaco che abbia più chance di vittoria. Non auspica ma invoca una coalizione compatta che basi le sue scelte sulla qualità degli uomini, sulla loro coerenza politica e non opportunistica, sulla solidità delle idee e dei progetti come sempre ha fatto Caltanissetta Protagonista quando è stata presente in una tornata elettorale.
Si tratta soltanto di applicare normali principi democratici nell’ambito di una coalizione che spesso diventa riottosa o inconcludente perché sulle scelte degli uomini si appiattisce su personalismi e rivendicazioni improbabili che si scontrano con il bene comune e l’interesse collettivo”.
L’invito a unirsi, per Caltanissetta Protagonista, si conclude con l’esortazione a pensare innanzi tutto al bene della città:
“Non ci si areni una volta tanto in ragionamenti che si imperniano sui personalismi. Ma allo stesso tempo, se si auspica il famoso ritorno della politica, si guardino con attenzione i consensi, la militanza, la storia e la qualità di ognuno dei protagonisti.
Lo spirito cristiano che ispira il centrodestra induce a non lasciare indietro gli ultimi, leggasi allargamento della coalizione e accoglimento di anime in disarmo. Ma lo spirito cristiano spesso mal si concilia con la politica quando si dice che gli ultimi saranno i primi. Perché qualcuno potrebbe pure incazzarsi”