Cura innovativa per il tumore al fegato tramite progetto di ricerca del Distretto Tecnologico Micro e Nano Sistemi con Università di Catania, Messina e Palermo

Un rilascio mirato e controllato, tramite sistemi nanostrutturati macromolecolari per la cura del tumore al fegato, allo scopo di aumentare l’efficacia e ridurre la tossicità, evitando gli effetti collaterali comuni nella somministrazione degli antitumorali.

È il risultato di “LiverSmartDrug – Micro e nanosistemi innovativi per la cura efficace del Tumore al Fegato “, il progetto di ricerca presentato questa mattina a Palazzo Steri, coordinato dal Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi.

La ricerca, avviata nel 2020 è la prosecuzione di una delle attività del progetto “Hippocrates”, anch’esso realizzato sotto il coordinamento del Distretto Tecnologico, che aveva ottenuto la brevettazione di un sistema molecolare efficace per il direzionamento di un farmaco, presente in commercio, per la cura dell’epatocarcinoma, grazie ad avanzati nanosistemi molecolari a base di un poliamminoacido sintetico biocompatibile.

Le attività scientifiche di questo importante progetto sotto state coordinate sotto l’egida scientifica della professoressa Sabrina Conoci dell’Università degli Studi di Messina, già responsabile scientifico del progetto Hyppocrates, ed hanno visto la partecipazione di oltre 40 tra professori e ricercatori di 5 dipartimenti universitari degli Atenei di Catania, Messina e Palermo.

“Le micro e nano-tecnologie rappresentano la nuova frontiera della ricerca biomedica avendo la materia di questa dimensionalità proprietà uniche e innovative” – ha dichiarato Sabrina Conoci, responsabile scientifica del Progetto.

Le attività di ricerca in vitro hanno dimostrato una migliore efficacia dei nanosistemi contenenti il farmaco antitumorale rispetto al farmaco libero. Studi in vivo, su cavie da laboratorio, hanno mostrato un significativo aumento dell’efficacia di tali nanoparticelle contenenti il farmaco, nell’inibire la crescita tumorale rispetto al farmaco libero, dopo una somministrazione intraperitoneale.

Gli studi hanno permesso quindi di dimostrare che i nanosistemi somministrati si accumulano in maniera preferenziale nella massa tumorale, mentre la loro presenza negli altri organi è inferiore rispetto a quella mostrata dal farmaco non veicolato.

“Desidero ringraziare la responsabile scientifica e tutti i ricercatori che hanno permesso di raggiungere risultati così importanti e, inoltre, il Dipartimento Attività Produttive della Regione Siciliana, che ha creduto nel lavoro di sperimentazione, già avviato con Hippocrates, ha finanziato questo progetto e ci ha permesso di valorizzare i risultati ottenuti con la precedente ricerca. Dopo l’ingegnerizzazione e l’ottimizzazione, questi sistemi di drug delivery innovativi saranno poi trasferiti in ambito industriale, con l’obiettivo di avviare collaborazioni con multinazionali farmaceutiche”. Lo ha detto Filippo D’Arpa, amministratore delegato del Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi, al termine della presentazione.

Nel 2020 i casi stimati di tumori epatici sono stati 13 mila e l’epatocarcinoma rappresenta il 75-85% del totale. Il numero di decessi per tumore in Sicilia è stato di 12.700 e il tumore al fegato rappresenta la terza causa di morte, rappresentando l’8% del totale.

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