La VI commissione Consiliare Permanente del Comune di Caltanissetta ha incontrato, per un’audizione, la dottoressa Guadagnino, Responsabile dell’UOSD Screening Oncologico della mammella dell’ASP di Caltanissetta.
All’incontro erano presenti la presidentessa della commissione comunale Falcone e i consiglieri Scalia, Visconti, Mazza, Caruso e Matta.
L’intento dei consiglieri è quello di proseguire nella loro ricognizione dell’offerta sanitaria di tutte le strutture presenti – dal Sant’Elia alle singole UOC, al Poliambulatorio di Via Malta – al monitoraggio delle iniziative programmate, come quella annunciata dal Direttore Sanitario Fiorella nell’ultima audizione e relativa all’intenzione di incrementare le attività di screening che, durante la lunga fase della pandemia da Covid-19, erano state sospese o rallentate.
La dottoressa Guadagnino ha rassicurato la Commissione spiegando che nel reparto di cui è responsabile anche in piena pandemia è stata svolta l’attività di screening nel rispetto delle normative vigenti in quel momento. Le nuove norme Covid prevedevano appuntamenti presi attraverso un numero telefonico dedicato per evitare assembramenti e concomitanze e consentire la sanificazione degli ambienti e delle apparecchiature.
“La dottoressa ci ha confermato che ad oggi – ha spiegato la consigliera Tilde Falcone – si è ripreso il ritmo pre Covid con inviti biennali ad un target di donne in età compresa tra 50 e 69 anni”.
Gli screening, ha proseguito la dottoressa, vengono effettuati da tecnici specializzati e letti da due radiologi, anch’essi specializzati con apposita certificazione, attraverso il metodo della lettura “ a doppio cieco”: ovvero i dati di lettura vengono caricati singolarmente dai medici su un software che consente l’incrocio degli stessi e che, in caso di discordanza, fa scattare il terzo consulto.
I tempi di rilascio di diagnosi, entro venti giorni dall’esame, sono conformi alle linee Guida del GISMA ma molto spesso vengono ampiamente anticipati e in alcuni casi si verificano durante la seduta stessa.
Su Caltanissetta si effettuano 60/70 inviti al giorno e, a oggi, più della metà delle pazienti si reca allo screening.
Purtroppo, però, la dottoressa ha sottolineato che non tutte le donne invitate aderiscono agli inviti a causa di ansia generata dall’ipotesi di poter rilevare una malattia e, questo ritardo, crea una ricaduta sulle casistiche verificate di positività al tumore e, purtroppo, di verifica successiva di stati avanzati di quest’ultimo. Ed è per questo che la dirigente Guadagnino invita la commissione a sensibilizzare sul tema e rivolge l’invito a tutte le donne a rispondere all’invito. In tale contesto la dottoressa ha sottolineato la preziosa collaborazione svolta dalle associazioni nel sostenere l’attività di screening, nei contatti con le pazienti in tutte le fasi, anche quelle più delicate con sostegno e accompagnamento.
La Presidentessa Falcone ha accolto il sollecito e invitato la Commissione a pensare ad iniziative volte a promuovere la campagna di prevenzione.
In merito ai Centri di Screening mammografico la dottoressa Guadagnino ha fatto presente che nel nostro Distretto Sanitario operano i Centr ospedalieri: S.Elia Caltanissetta, V.Emanuele Gela, Basarocco Niscemi, Longo Mussomeli, mentre, periodicamente, l’Unità Mobile raggiunge i piccoli centri per le donne che, per vari motivi, (familiari, economici, di salute) non possono raggiungere i sopracitati Centri Screening. L’attività di screening è tesa ad individuare noduli, distorsioni, microcalcificazioni e in generale, ad attenzionare le anomalie ai tessuti del seno.
La dottoressa ha concluso spiegando che al S.Elia e al V.Emanuele si procede a richiamare la paziente per maggiori approfondimenti; in questi centri l’attività di screening si avvale anche della tomosintesi (tac) (con una scansione altamente approfondita della mammella) e dove si effettuano le biopsie sotto guida ecografica dei noduli sospetti. In casi particolari si effettua anche la RM ( risonanza magnetica della mammella,) la biopsia con guida stereotassica ( mammotone) e la CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography) , in regime di convenzione con la Casa di Cura Regina Pacis, che consente la diagnosi nei casi di lesioni dubbie. La metodica VAB, grazie alla fornitura della relativa apparecchiatura è già disponibile al S Elia ed a breve anche la CEM.
Tutti gli esami mammografici e di approfondimento vengono archiviate su sistema informatico RIS/PACS, ed il sistema “ARIANNA”. Tale caricamento dà ai medici la possibilità di avere “lo storico “ della paziente che accede agli screening
Su Gela, deve, purtroppo, riportare il dato dell’alta incidenza di tumori relativamente a giovani donne, con diametri maggiori di un centimetro e con alti valori prognostici, valori indicativi dell’aggressività della malattia.
La presidentessa Falcone, inoltre, ha chiesto informazioni sulle apparecchiature presenti nei Centri e la dottoressa Guadagnino ha spiegato che sono state da poco acquistati e già attivi 2 mammografi di ultima generazione, per Gela e Caltanissetta, oltre che apparecchiature per la tomosintesi e con sistema bioptico, e il sistema CESM sopra citato; negli altri centri sono stati sostituiti i mammografi, anche questi ultimi dotati di tomosintesi.
In servizio alla breast unit, che serve tutto il Distretto Sanitario, c’è un Medico anatomopatologo per l’esame delle biopsie alla mammella che consente diagnosi in tempi brevi.
La breast unit è composta da un radiologo, un anatomopatologo, un chirurgo oncologo, un chirurgo plastico, un radioterapista, un case manager (con funzioni di coordinamento) e un psicologo. Tali figure lavorano collegialmente con una o più riunioni settimanali dove si esaminano i casi e si caricano, ciascun medico per la sua competenza.
Per quanto riguarda pazienti positive, ma fuori dal range indicato in precedenza, cioè di età compresa tra i 50/69 anni, la dottoressa Guadagnino ha spiegato che secondo le nuove Linee Guida possono essere prese in carico dalla breast unit su indicazione del Medico Curante. Purtroppo, però, spesso le donne dai 50/69 anni vengono male informate e, erroneamente, accedono allo Screening attraverso il CUP, cosa che fa allungare i tempi di accesso (circa 60 giorni).
Inoltre la dottoressa ha sottolineato che presso l’UOSD Screening Oncologico è possibile effettuare la richiesta di consulenza Oncogenetica per le donne a” rischio” le cui risultanze vengono esaminate da un genetista per la ricerca delle mutazioni genetiche che fanno sì che, in alcuni casi particolari, si consigli alla paziente, la preventiva asportazione di seno ovvero seno e ovaie o, in caso quest’ultima non voglia effettuare tali interventi chirurgici, si attiva un percorso dedicato in cui, ogni 6 mesi, si associa la mammografia alla risonanza.
Per le pazienti che accedono, purtroppo a chemioterapia è possibile, su richiesta e se la stessa è in età fertile, la conservazione degli ovuli.
La VI Commissione consiliare, al termine del confronto, ha ringraziato per la precisione con cui la dottoressa ha illustrato il suo lavoro.