CALTANISSETTA – Sono i volti di Cristo – il Crocifisso “Signore della Città”, il Nazareno benedicente, il Maestro dell’ultima Cena – ad incarnare la plastica drammaticità dei riti della Passione, che tornano ad infiammare il centro storico. È l’effige di sangue del Flagellato impressa nel velo della Veronica, è il Corpo deposto e poi sorretto dalla Mater dolorosa, immota eppure vibrante nel suo pianto muto, è uncrescendo di emozioni ad accendere la compassione di chi avanza in processione. Una devota spiritualità che si ripete da secoli, esaltando una manifestazione che per solennità e contenuti ha meritato di essere inserito tra i grandi eventi della Regione e di imporsi autorevolmente all’attenzione mondiale. Il capoluogo nisseno è infatti una delle 18 città inserite nella Rete Europea per le Celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua che annovera Italia, Spagna, Portogallo, Malta e Slovenia, il cui obiettivo è il riconoscimento da parte del Consiglio d’Europa come Itinerario Culturale Europeo. Il Comune è anche capofila dell’associazione “Europassione per l’Italia” che promuove la salvaguardia del teatro e dei riti della Settimana Santa, anticamera per l’auspicato inserimento nel World HeritageList dell’Unesco.
Per implementare la collaborazione già proficua con la Spagna, le autorità cittadine e i presidenti delle associazioni che curano la Settimana Santa incontreranno il 6 aprile don Javier Vidal Albarran, presidente della Junta Pro-SemanaSanta en España di Valladolid, e don Antonio BonetSalamanca, professore di Storia dell’arte, i quali presenteranno un progetto per la creazione di un museo della Rete “Museo Internacional de Semana Santa” proprio a Caltanissetta.
I riti della Passione si svolgeranno dal 2 al 9 aprile. Il sipario si alzerà nel tardo pomeriggio di questa Domenica delle Palme con la processione di Gesù Nazareno risalente nella sua forma attuale alla fine del XIX secolo, ma è antica di almeno 400 anni e si rifà alla Congregazione della Santa Vergine Bambina che trasportava “u sepulcru di sciuri” su cui era depositato il corpo di Cristo. La sensibilità ottocentesca ritenne più opportuno, trattandosi del giorno in cui il Salvatore entra trionfante a Gerusalemme, esporre un Gesù benedicente. Rimangono l’addobbo di fresche corolle raccolte il giorno precedente. Il Lunedì Santo prevede la rappresentazione in cattedrale dell’Ultima Cena. Il Martedì Santo è la volta della “scinnenza”, scandita da momenti di grande pathos nel pretorio con la flagellazione, la via Crucis per le vie cittadine fino al Golgota.
Il Mercoledì Santo è riservato alla processione della Real Maestranza, emblema e sintesi dei risvolti storici che hanno segnato la città. La “Maestranza” si costituì in epoca spagnola per arginare il pericolo delle incursioni saracene, incarnando ad un tempo la vocazione militare e religiosa. Nel 1806 Ferdinando di Borbone, in visita alla città, le attribuì il titolo “Real”. Nel 1848, però, i suoi militi parteciparono ai moti rivoluzionari contro i Borboni: da allora fu proibito l’uso delle armi, che vennero sostituite in processione dai ceri. I circa 400 artigiani sfilano in smoking con guanti e cravattini neri. Ancora oggi il Capitano, con abito di foggia settecentesca, riceve dal sindaco le chiavi della città, rievocazione simbolica dell’antico prestigio e potere. Al tramonto, entrano in scena le “Varicedde”, 19 piccoli gruppi che non sono una copia minore delle “Vare”, ma possiedono una loro autonomia artistica. Restano esposti nell’atrio del Palazzo Municipale per essere ammirati da fedeli e visitatori.
Il Giovedì Santo offre lo scenario alle sedici “Vare” ispirate ai misteri pasquali e alle stazioni della via Crucis, addobbate con fiori e frutta dalle congregazioni che le hanno in custodia. Furono commissionate dalle diverse corporazioni ai partenopei Francesco e Vincenzo Biangardi,che le realizzarono in legno e cartapesta. Primo “mistero” del corteo è “l’Ultima Cena”, il gruppo più pesante, commissionato da panettieri e fornai nel 1885, in cui i 13 personaggi sono disposti secondo il topos inaugurato da Leonardo da Vinci. Vale la pena di ricordare che “L’Ultima Cena” è stata esposta all’Expo di Milano nel 2015 e all’aeroporto di Roma “Leonardo da Vinci” nel 2022.Secondo momento è “L’Orazione nell’Orto”, eseguita su richiesta della corporazione dei pastai, con il carico di disperazione e conforto rappresentato dal calice portato dall’angelo a Gesù. Quindi “La Cattura” e il famigerato bacio di Giuda, su commissione degli ortolani. Nel “Sinedrio”, realizzato su volontà degli zolfatai, si legge il rapporto schiacciante del potente Caifa su Gesù uomo. “La Flagellazione”, cruda e realistica, è su commissione degli zolfatai di Juncio-Gessolungo. Con “Ecce Homo” osserviamo un Gesù umiliato davanti alla folla che sceglierà Barabba. “La Condanna”, per volontà della miniera Trabonella, manifesta il disgusto per l’ignavia di Pilato. “La Prima Caduta”, commissionata dalla Confraternita di Santa Lucia, è un gruppo con tre personaggi. Nel “Cireneo”, creato su desiderio dei gessai, il volto di Gesù esprime la gratitudine nei confronti diSimone. “La Veronica”, primo gruppo realizzato dai Biangardi, su commissione della miniera Juncio-Gessolungo, rivela il volto del Cristo sul velo con cui la donna gli asciuga il sangue. Il “Crocifisso”, su commissione dei macellai, è uno dei “misteri” più drammatici: Gesù colto nel momento dell’abbandono, la Vergine in quello della disperazione. “La Deposizione” svela i sentimenti dei personaggi, dolci e rispettosi del corpo di Cristo; fu voluta dagli zolfatai. Nella “Pietà”, su richiesta dei borghesi, colpisce lo sguardo smarrito e inconsolabile della Vergine. Nella “Traslazione”, commissionata dai maestri muratori, il corpo martoriato del Nazareno è preparato per la sepoltura. La “Sacra Urna”, voluta da clero e civili, custodisce il corpo deposto del Crocifisso in uno scrigno prezioso, realizzato con intarsi d’oro e cristalli di Boemia. “L’Addolorata” chiude la processione del Giovedì Santo: un incendio agli inizi del secolo la compromise e distrusse l’angelo e i simboli che l’accompagnavano. Oggi appare straziata in un desolante e solitario dolore.
Con il Venerdì Santo irrompe nel “dramma” nisseno il “Signore della Città”, miracolosamente ritrovato dai fogliamari. Poveri e generosi, a loro fu affidato il culto della statua. Oggi coloro che portano il simulacro, ritenuto taumaturgico, appartengono ad ogni ceto sociale, indossano ancora una tunica viola da penitenti e sfilano a piedi scalzi. “Ladano” il Signore intonando le commoventi e commosse “ladate” vernacolari. L’etimologia latina “tradisce” un passato millenario attraversato con sacrificio e solidità di valori. Leitmotiv del giorno più triste per la cristianità il grido: “Viva la misericordia di Diu”. Con il pontificale solenne del vescovo a Pasqua cala il sipario sulla Settimana Santa che si chiude con la restituzione delle chiavi al sindaco. Il Capitano rimarrà in carica fino al Mercoledì Santo successivo, nomina allegorica pregna di religiosità, storia e tradizione, che getta luce e speranza sul presente.
«I riti della Passione – sottolinea il sindaco Roberto Gambino – sono tornati con solennità per le strade della città con la ripartenza del 2022 e l’allentarsi della pandemia. La Settimana Santa era mancata ai nostri concittadini e ai tanti turisti che la attendono come appuntamento di straordinario rilievo. L’amministrazione comunale, quest’anno, ha incrementato gli sforzi e continuerà a farlo per dare alle nostre tradizioni il giusto rilievo che meritano nel contesto culturale e turistico italiano e mondiale».
«L’intento dell’Amministrazione quest’anno – evidenzial’assessore alla Cultura del Comune Marcella Natale – è quello di far conoscere la Settimana Santa oltre i confini cittadini. Grazie alla Rete europea di cui fa parte, la manifestazione può essere uno straordinario appuntamento religioso e culturale non solo per i siciliani. Dispiegando una strategica azione promozionale, vogliamo veicolare alle città europee che conoscono la Rete il messaggio di stratificazione culturale maturato nell’entroterra isolano,che trova espressione nel linguaggio dei riti pasquali nisseni, la cui portata va ben oltre il significato liturgico per sconfinare in quello antropologico».
In occasione del Giovedì Santo, 6 aprile, saranno presenti a Caltanissetta autorità e personalità di rilievo. Tra questi i vertici della Fondazione Federico II che ha contribuito alla nascita della Rete Europea per le Celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua, ed è fra i suoi principali propulsori: interverranno in particolare il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno che per statuto presiede anche la Fondazione e il direttore della stessa, Patrizia Monterosso. Parteciperà inoltre il vice presidente vicario dell’Assemblea Regionale Siciliana Nuccio Di Paola.
Da rilevare ancora la sinergia stretta con la Sac-società aeroporti Catania e Comiso, presieduta da Giovanna Candura, che si è resa disponibile a proiettare a Fontanarossa su quattro monitor le immagini accompagnate dalla traduzione in diverse lingue.
Già a partire dalle scorse settimane l’assessorato alla Cultura ha inoltre promosso un ricco calendario che si protrarrà ben oltre la Pasqua e prevede incontri, mostre, eventi di teatro e musica, mirati a contestualizzare la tradizione.
Il 6 aprile alle ore 16:30, appuntamento nella Chiesa di Santa Flavia, a cura dell’Associazione Alchimia, per una passeggiata culturale intitolata “Passio picta”, condotta dall’architetto Giuseppe Giugno.
Si è inoltre realizzata una brochure sulla Settimana Santa, curata nel testo dalla storica Rosanna Zaffuto Rovello, per fornire uno strumento di consultazione ai visitatori.
Particolarmente nutrita la sezione dedicata alle arti figurative. Fino al 22 aprile, a Palazzo Moncada, sarà allestita la mostra di arte contemporanea “Oltre lo spazio della Scrittura tra immagine e tecnologia”, che punta a far conoscere la sperimentazione degli artisti che compongono quella che è conosciuta come la “Scuola di Caltanissetta”.
Al Museo d’Arte Contemporanea si tiene la mostra sulla Settimana Santa a cura della Proloco (che si occupa anche del sito www.lasettimanasantacl.it) e con la partecipazione di tutte le associazioni. Fino al 13 aprile Palazzo Moncada ospiterà la collettiva di arte contemporanea “Oltre la paura”: come nel passaggio dalla sofferenza della Quaresima alla Risurrezione, le opere esposte mostrano un percorso verso un futuro di armonia, per superare la crisi pandemica e le minacce belliche. Fino al 9 aprile, nella sala infopoint della Proloco, a Palazzo del Carmine, si potrà visitare la “Mostra dei Diorami Pasquali”.
Anche il teatro celebra il rapporto simbiotico della città con i riti pasquali: il 6 e l’8 aprile, a Palazzo Moncada, “Le vie della Passione”, di Antonello Capodici, percorso drammatizzato che consentirà “l’incontro” con personaggistorici nisseni legati alla Settimana Santa. Sono previste quattro recite giornaliere, con gruppi di venticinque persone, alle ore: 17; 18:30; 20 e 21:30.
Per i più piccoli, il 4 aprile, alle ore 10:30, nell’Aula Consiliare di Palazzo del Carmine, l’incontro “La Settimana Santa spiegata ai bambini” con Laura Zurli, dirigente scolastico dell’IIS “S. Mottura”. E ancora, il6 aprile, alle ore 11:00, nella Cattedrale di Santa Maria La Nova, visita guidata alle “Varicedde” per i bambini.
Agli alunni delle Scuole Secondarie di Secondo Grado è riservato il concorso fotografico ideato da Attilio Scimone e proposto dall’Associazione culturale Fotonauti, con il patrocinio di Comune – Pro Loco di Caltanissetta. Il contestintende indagare quale sia la visione dei giovani e il loro rapporto con i riti religiosi.
Riflessione, devozione e festa si fondono così in un abbraccio collettivo al ritmo di sacre rappresentazioni e liturgie antiche, che rendono unica, a livello globale, una Settimana Santa dal retaggio secolare.