Fascino, emozione, mistero, devozione. A Caltanissetta la Settimana Santa 2023 è arrivata al termine e, dopo 6 intensi giorni di riti e processioni, si è mostrata per ciò che è: la Passione nel cuore della Sicilia.
In questi ultimi giorni nel Capoluogo di Provincia ha aleggiato un vigoroso fervore religioso che ha unito il clero e il suo popolo attorno lo stesso spirito di raccoglimento e preghiera. Un ardore spirituale che ha consentito, con riti e processioni, di rievocare e far rivivere gli ultimi giorni terreni di Cristo. Uno scenario che non ha cristallizzato gli eventi narrati nei Vangeli relegandoli a una rievocazione storica antica di 2mila anni ma che è stato attualizzato al presente e contestualizzato alla contemporaneità.
Il popolo nisseno – e i tanti turisti che sono arrivati anche dall’estero – hanno ben compreso questa visione e hanno risposto con entusiasmo e grande partecipazione a questo impulso propulsivo scendendo in piazza e abbracciando le processioni. Un trasporto concreto oltre che metaforico, reale al punto che, in alcuni tratti dove le vie si restringono fino a pochi metri di larghezza, era veramente difficile riuscire a far scorrere la processione perché tutti volevano essere presenti in prima fila e vedere passare il corteo.
Una devozione andata avanti senza timore, sfidando il maltempo che imperversava e cercando, fino all’ultimo, di portare avanti quella processione simbolo di devozione, di “ex voto” e desiderio si condividere la Passione di Cristo immergendosi dentro un’atmosfera spirituale.
E se la pioggia, all’ultimo, impedisce di proseguire a restare è quel peso sul cuore e quel sapore amaro di qualcosa di meraviglioso che non ha avuto il suo degno riconoscimento. Perché la Settimana Santa di Caltanissetta è ben lontana dall’idea di una mera sfilata storica o un’esibizione di gruppi sacri. È un segno di fede. E chi la vive almeno una volta ne comprende pienamente il messaggio.
Le bande musicali e le loro marce funebri, le Varicedde e le Vare con la loro compostezza e possanza, le rappresentazioni sacre lungo le vie del centro storico, i fiori dal profumo suadente e, tutto attorno, i colori brillanti con tonalità che simbolicamente rievocano l’amore di Cristo attraverso il rosso della passione, il viola del lutto e il bianco della resurrezione.
Tutto ha contributo affinché questo 2023 potesse essere ricordato come un anno di rinascita del fervore popolare, di ritorno a invadere le piazze “e gridamu tutti” a un ritmo costante. Un continuum temporale dove la storia del “Figlio” si concretizza secondo il volere del “Padre” per la salvezza di tutti gli uomini, un tempo iniziato con “Viva Gesù Nazareno” e concluso con “Viva la misericordia di Diu”.
Tanti sono i momenti che rimarranno indelebili nella memoria collettiva di chi in presenza o attraverso i social media ha vissuto i riti della Settimana Santa di Caltanissetta.
Tra questi non saranno dimenticati gli oltre 2000 fiori che hanno impreziosito la barca di Gesù Nazareno che, trionfante, entra a Gerusalemme e rievoca il suo essere “pescatore di anime”. Una vara che, nonostante la pioggia, è stata sorretta a spalla dai portatori devoti, condotta lungo tutto il tragitto tradizionale e seguita da una folla munita di ombrello ma in preghiera.
Sempre solenne rimane il momento in cui esce la processione della Maestranza, identificata come “reale” da Ferdinando I e quest’anno guidata dal capitano Giuseppe Mangione, appartenente alla categoria dei Lattonieri-idraulici. Un esercito di pace, perché senza più i fucili ma con in mano i ceri, che ancora affascina per il suo l’iconico cambio di calze, guanti e papillon che sostituisce il nero del lutto con il bianco della Resurrezione. Gesto denso di significato proprio come quello del Capitano che in processione sorregge il Crocifisso velato e, in rappresentanza di tutta la maestranza, simbolicamente rievoca la fatica e il sudore del lavoro degli Artigiani della città di Caltanissetta.
Rimarrà il desiderio di vedere le 19 Varicedde passare dalla storica “Strata ‘a Foglia”. Le creazioni, per molti aspetti gemelle in miniatura delle Vare, hanno anch’esse una lunga storia intrisa di emozioni perché commissionate dai garzoni di bottega che volevano essere protagonisti di una Via Crucis che rappresentasse il loro slancio devozionale. Una processione tanto attesa dalle famiglie attualmente proprietarie e da tutti i fedeli che è stata amaramente interrotta a causa del maltempo.
Verranno ricordati i 16 Gruppi Sacri delle Vare benedetti alla partenza dal Vescovo di Caltanissetta Monsignor Mario Russotto. Un messaggio di pace e di esortazione alla devozione che ha aperto la lunga processione durata oltre 7 ore e conclusa alle 3:30 del mattino con il rientro della Sacra Urna nella Cattedrale e lo sguardo della Madonna Addolorata di fronte al figlio morto.
Non ha deluso le aspettative nemmeno la processione del Signore della Città con il suo Crocifisso nero portato in processione dentro il tronetto di legno dorato e sollevato in spalla dai fogliamari scalzi. Un corteo, composto dal clero, tutte le suore, i monaci, le confraternite, le congregazioni religiose e la Real Maestranza, che è stato accompagnato dalle ladate dei fogliamari con una “prima e seconda vuci” che si alternavano al coro che, a ritmo costante, manteneva una sola nota e il gesto di Roberto Gambino che tolta la fascia tricolore e a piedi nudi ha indossato la veste viola dei Fogliamari per intonare l’ultima ladata al Signore in Croce.
A completare la scenografia di questa Settimana Santa a Caltanissetta sono state le 6 chiese che si trovano all’interno del percorso processionale e che quest’anno, per la prima volta durante la Settimana Santa , sono state impreziosite dalle illuminazioni architetturali di Tiziano Lamarca e Marco Tumminelli. Un’idea sperimentata nel 2022 durante la processione delle Varicedde su richiesta di Michele Spena, Presidente dell’associazione Piccoli Gruppi Sacri di Caltanissetta, che quest’anno l’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Roberto Gambino, ha voluto riprendere ed estendere sulle facciate della cattedrale Santa Maria la Nova, San Sebastiano, Sant’Agata, Santa Lucia, Santa Croce e Madonna delle Grazie. È stato un gran successo, sui social è un continuo postare foto stupende del centro storico di Caltanissetta che testimoniano l’eccezionale lavoro svolto da Marco Tumminelli, Tiziano La Marca e Michele Spena. Uno spot di grande efficacia per la Città di Caltanissetta e per la crescita dell’ suo evento più importante: la Settimana Santa. Tonalità del rosso e del blu, del rosa e del viola hanno accompagnato tutte le processioni riflettendo i colori sui volti dei protagonisti e sulle vare che passavano riuscendo a focalizzare l’attenzione dello spettatore sul punto cardine di tutti i riti sacri: la morte e la resurrezione di Cristo.
Occhi rossi e qualche guancia bagnata da lacrime sono spuntate sul volto di chi si è soffermato in preghiera lungo tutto il percorso delle processioni. Un circuito che da domenica delle palme al venerdì santo ha coinvolto il centro storico di Caltanissetta toccando tutti i quartieri storici, dal Santuario del Signore della Città fino a Santa Lucia, dalla Madonna delle Grazie fino alla Badia.
Coinvolgenti e particolarmente apprezzate anche le parole di Sua Eccellenza Monsignor Mario Russotto che non ha fatto mancare la sua presenza durante tutta la Settimana Santa e ha incoraggiato i giovani a vivere la propria vita prendendo spunto dalla Settimana Santa. Rifiutarsi, dunque, di accettare con rassegnazione le difficoltà della vita, simbolicamente identificate con “la morte” e puntare verso la “Resurrezione” agendo attivamente per la rinascita della città e, di conseguenza, della propria esistenza. I giovani nisseni, per il Vescovo di Caltanissetta, non devono lasciarsi rubare il futuro ma mettersi all’opera in modo che ciascuno possa diventare artefice della propria vita e di quello di chi li circonda. Andare a supportare gli ammalati e non vedere come unica alternativa di vita quella di andar via dal proprio territorio è il primo passo che dovrebbe essere compiuto.
Quella vissuta in questi ultimi giorni è stata una città che non si rassegna, che crede ancora nelle tradizioni così come si è visto dal numero di giovani presenti nella Real maestranza, tra i fogliamari ma anche tra gli spettatori che hanno assistito alle processioni liturgiche concluse, in alcuni casi, anche a notte fonda. Una partecipazione vissuta intensamente che ha portato in piazza non soltanto nisseni ma anche tanti turisti italiani e stranieri che sono voluti andare alla scoperta di queste tradizioni così antiche ma ancora fortemente attuali svolte nel cuore della Sicilia. Un numero di spettatori che è stato amplificato notevolmente con chi, pur non essendo fisicamente in città, ha voluto seguire in diretta le processioni attraverso i canali social de “Il Fatto Nisseno”, “Blog Sicilia” e “Riti Settimana Santa Caltanissetta (Sicily)”. E la distanza fisica è stata abbattuta grazie alla presenza virtuale condividendo, attraverso i commenti, una preghiera o un ricordo.
Riaccendere i riflettori sui riti della Settimana Santa non è soltanto una strategia di marketing territoriale che punta sul turismo religioso ma un dovere morale per la storia di questa città. Un’opportunità per raccontare una città devota e fiera delle sue tradizioni e delle sue processioni.
Rituali che travolgono emotivamente lo spettatore e ai quali nessuno può rimanere indifferente a prescindere dall’essere o meno credente. Le processioni sacre devono essere percepite come patrimonio culturale immateriale e materiale da tramandare alle nuove generazioni, per raccontare la storia del passato e tracciare un rinnovamento interiore con i valori da dover seguire in futuro.
Per arricchire sé stessi, per il territorio che ci circonda e per promuovere un senso di bellezza frutto dell’insegnamento di chi ci ha preceduto a chi verrà dopo di noi.