C’era una volta…
Un Re!
No! Per questa volta c’era… un contadino!
Era piccino piccino, ma sempre sorridente; il suo nome era bizzarro come lui, si chiamava “Palmino”.
Era una bellissima mattina di primavera, la Pasqua era vicina. Aveva finito di zappare il suo orticello e si guardò intorno: tutto era pieno di fiori. Fiori gialli, rossi, viola…era uno spettacolo!
Si! Lo spettacolo della Primavera! Questo contadino abitava vicino la chiesa di Santa Lucia e ogni giorno faceva molta fatica per andare e tornare dal campo dove lavorava che si trovava nelle campagne fuori dalla città.
Durante il tragitto aveva tanto tempo per pensare!
E cammina cammina, pensa e ripensa… un giorno fece tra sé : “quanto sono fortunato! Io ho un nome bellissimo, che non ha nessun altro bambino!”
E camminando camminando tornò finalmente a casa.
Ad aspettarlo c’era la sua mamma e suo fratello più grande, Michele.
Gli dissero: “Palmino! Domani ci sarà una grande festa qui a Caltanissetta! È la Domenica delle Palme! Il tuo onomastico! Quindi… non andrai a lavorare e metterai il vestito più bello!”
Quella notte, il buon Palmino, non poteva dormire per l’emozione!
Già si immaginava che bella sarebbe stata la festa nel giorno del suo onomastico! Immaginava tanti palloncini… tanti colori… tante bellissime cose.
Il pomeriggio, dopo pranzo, il piccolo Palmino scese in piazza.
E cosa trovò? Trovò un piccolo lettino con tanti fiorellini con sopra Gesù morto che andava in processione, e tante vecchiette che lo seguivano.
Aveva visto una piccola bandiera con su scritto: “Congregazione di Maria Bambina, chiesa del Collegio”.
La banda suonava musiche tristissime, come se fosse un funerale!
Il buon Palmino pensò: “Ma che razza di festa è? La mamma mi ha sempre detto che la Domenica delle Palme era un giorno allegro, perché Gesù entrava a Gerusalemme e tutti facevano festa!
Uffa! Se è così meglio cambiare nome…”
Di buon mattino, il giorno dopo, andò a lavorare… e come sempre pensava, pensava, pensava….
Ad un certo punto interruppe il suo pensiero e tornò correndo in città.
Andò subito nella chiesa del Collegio (sai, quella in piazza?… Quella dietro la statua di Umberto?), dove incontrò il Barone Vincenzo.
“Signor Barone!” gli urlo mettendosi le mani sui fianchi, come un guerriero!
Era il Barone Vincenzo di figlia di Granara. Un uomo alto e grosso, con un vocione come un trombone!
Il piccolo Palmino aveva un po’ di paura… e così gli venne la tremarella.
Tutti i bambini qualche volta hanno paura dei grandi.
Ma prese fiato e continuò a gran voce:
“Non è giusto! Non è giusto Signor Barone!
Ieri doveva essere una giornata di festa… invece è stata una giornata di tristezza in città!
Perché ho visto tanta gente triste… e Gesù era già morto su un lettino!
Ma come può essere? Gesù è ancora vivo! E per questo dobbiamo esser contenti…”
Il Barone gli si avvicinò. Si abbassò delicatamente verso Palmino e gli disse:
“Sai che hai ragione, piccolo?… Come ti chiami?
“Palmino” rispose il nostro contadinello.
“Voi che siete grandi – continuò – spesso vi confondete per le cose piccole. Gesù ieri lo abbiamo già visto morto, ma in realtà Gesù doveva essere felice… perché, anche se andava incontro alla morte a Gerusalemme, di certo era con i suoi amici! E c’erano tanti bambini! Gesù amava stare con loro!”
“Bè… non sono io qui il capo – disse il Barone – ma proverò a parlarne con tutta la congregazione della Bambina! Ma c’è un problema… se non portiamo Gesù morto…allora cosa portiamo?”
“Gesù vivo! – rispose prontamente il nostro piccolo eroe – Gesù è vivo e ci porta la gioia della Primavera! Proprio l’altro giorno ho visto un campo immenso di fiori! Erano bellissimi… di 100 colori diversi! Sarebbe proprio bello andare a raccoglierli tutti e fare una grande montagna, con in cima Gesù!”
La domenica delle Palme dell’anno successivo Palmino aveva messo il suo vestito più bello. Anche per quel giorno non andò a lavorare…scese in piazza subito!
Entrò nel chiostro alle spalle della chiesa e fu sbalordito da ciò che vide: per la processione non c’era più Gesù morto ma una statua che raffigurava Gesù felice e benedicente sopra…una montagna di fiori!”
“Non ci posso credere!” pensò.
Il Barone era lì… gli sorrise e subito gli si avvicinò. Gli diede una Palma in mano e gli disse: “Gesù è ancora vivo! E per questo dobbiamo esser contenti… Noi che siamo grandi – continuò – spesso ci confondiamo per le cose piccole. Gesù adesso è felice… perché, anche se andava incontro alla morte a Gerusalemme, di certo era con i suoi amici!
E c’erano tanti bambini! Gesù amava stare con loro! Questa Palma voglio che la porti tu! E che vai vicino al carro di fiori per tutta la processione!”
Palmino non poté credere ai suoi occhi e alle sue orecchie… ma ecco arrivare la banda! Non suonava marce tristi come ad un funerale, ma marce allegre e festose!
Palmino si incamminò per tutta la processione, con la Palma in mano e il cuore pieno di emozioni.
Gesù, dall’alto del suo “carro” di fiori, sembrava sorridere davvero! Anche se era una statua di paglia!
Da quell’anno in poi, qui, in questa città, Caltanissetta, non andò più in processione Gesù morto su un lettino.
Ma Gesù sorridente sopra un carro di fiori… che a poco a poco, gli organizzatori della festa, lo hanno trasformato in una coloratissima barca.
Sai perché? Perché Gesù è un pescatore, un pescatore di anime!
È questo, da allora, da più di 150 anni, si svolge ogni anno a Caltanissetta.
(continua..)
Per tutti coloro i quali non potranno vedere di presenza le Processioni e Rappresentazioni Sacre di Caltanissetta potranno seguirle in diretta attraverso le pagine Facebook de “Il Fatto Nisseno”, “Blog Sicilia” e “Riti Settimana Santa Caltanissetta (Sicily)”.