Sono ricominciati i riti della Settimana Santa di Caltanissetta con la prima processione, quella di Gesù Nazareno, pescatore di anime, che esce dal bastione del retro della chiesa di Sant’Agata per incedere lungo tutto il centro storico e poi rientrare in chiesa dall’ingresso principale.
Una giornata disturbata dalla pioggia che ha iniziato a cadere quando i portatori hanno preso in spalla la vara e che, tra via Redentore e via Maddalena Calafato è diventata particolarmente intensa per poi diradarsi, lungo corso Vittorio Emanuele e rimanere un impercettibile flusso solo quando sono iniziati i fuochi d’artificio davanti il portone principale di Sant’Agata e il Cristo benedicente sovrastava l’intero Corso Umberto gremito di gente.
Un tempo atmosferico che non ha assolutamente scoraggiato i portatori.
Tutti loro, infatti, hanno scelto di procedere lungo il tragitto con la vara in spalla rinunciando di deporla sul carrello a ruote, ipotesi utile per l’andatura della processione, soprattutto in alcune zone nelle quali il basolato liscio poteva diventare pericoloso che, però, non era considerata tollerabile da chi con devozione attendeva questo momento da tutto l’anno.
I devoti a Gesù Nazareno non si lasciano scoraggiare e, in questa ferma decisione di poter pregare davanti il Cristo benedicente che trionfante entra a Gerusalemme erano presenti anche i bambini, in pettorina e con in mano i loro ceri e la folla dei fedeli munita di ombrelli o cappelli.
Alla fine della processione, verso le 22, capelli bagnati e visi sereni e soddisfatti hanno chiuso la prima processione cittadina.
Un evento che è stato ripreso in diretta e che può essere rivisto attraverso le pagine Facebook de “Il Fatto Nisseno”, “Blog Sicilia” e “Riti Settimana Santa Caltanissetta (Sicily)” o al link https://fb.watch/jGdPECQvdS/
Un capitolo a parte merita l’illuminazione architetturale, istallata sulle facciate della Cattedrale Santa Maria La Nova e della chiesa Sant’Agata, creata da Marco Tumminelli e Tiziano Lamarca.
Un progetto, nato 4 anni fa con le manifestazioni “Natale in Rosa”, particolarmente apprezzato dai cittadini e da chi, passano lungo il centro Storico, ammirava le trame geometriche e volti sacri che impreziosivano i luoghi di culto. Durante questi 4 anni tante chiese sono state coinvolte nell’idea concettuale artistica. Avvertito il grande successo e consenso pubblico, il presidente dell’associazione Piccoli Gruppi Sacri Michele Spena nel 2022 ha chiesto ai due light artist di poter replicare l’iniziativa sulla facciata della Cattedrale e della chiesa di Sant’Agata durante la processione delle Varicedde.
Ciò che ne è derivato è stato una preziosa scenografia che è andata ad arricchire di bellezza e grazia tutta la processione dei piccoli gruppi sacri che, composti e armonicamente accompagnati da bande musicali, passavano davanti alle chiese illuminate.
L’amministrazione comunale, constatando il successo dell’idea del Presidente Michele Spena e la capacità artistica dei maestri Tiziano Lamarca e Marco Tumminelli, quest’anno ha sposato l’idea di poter replicare e potenziare la presenza di questa illuminazione architetturale per tutte le processioni.
Gli spettatori che scenderanno in centro storico potranno ammirare la piazza così impreziosita per tutte le processioni sacre. Le chiese “arredate” di bellezza, saranno visibili anche mercoledì, giovedì e venerdì ma con altre istallazioni.
I due artisti, infatti, amano contestualizzare le illuminazioni all’evento che stanno accompagnando. Ieri sera, su uno sfondo dalle tonalità che dal rosso degradavano al blu, spiccava l’immagine del volto della Statua di Gesù Benedicente che procede in processione.
Nessun colore è stato scelto a caso. Il rosso, nella cromatologia cristiana, simboleggia la Passione di Cristo e il sangue versato nel martirio da lui e dai santi e viene utilizzato nei paramenti liturgici soprattutto della domenica delle Palme e del Venerdì Santo.
Il blu, invece, è associato soprattutto alle vesti e al mantello della Vergine Maria che, durante tutta la Settimana Santa, riflette il dolore di una madre per la perdita del figlio.
Una preziosa coreografia che metteva in risalto la barca, allestita con oltre 1500 gerbere alle quali si sono aggiunti infiniti mazzi di margherite di campo personalmente raccolte dai portatori nei giorni precedenti alla processione.
Un culto che si rinnova, una festa per la città di Caltanissetta e il simbolo – come ha sottolineato il vicario diocesano Padre Onofrio Castelli prima della conclusione della processione – del bisogno di “accogliere Gesù nella propria vita e permettere di essere sorretti lungo il tragitto senza il timore che la barca della vita, appesantita dalle difficoltà della quotidianità, possa affondare portandoci nella morte”.