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Caltanissetta. Circolo PD Faletra: “Il 25 Aprile continua a dettare i tempi della nostra Repubblica”

Redazione 1

Caltanissetta. Circolo PD Faletra: “Il 25 Aprile continua a dettare i tempi della nostra Repubblica”

Mar, 25/04/2023 - 07:50

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CALTANISSETTA. Riceviamo e pubblichiamo nota del Circolo PD Faletra sul significato del 25 aprile.

“Oggi, la Resistenza in Italia non può essere derubricata in un remoto episodio storico ormai esausto. Ciò che è stata la lotta antifascista, alimentata, prima, dal dissenso clandestino e, poi, dalla lotta armata intrapresa tra l’8 Settembre del 1943 e il 25 Aprile del 1945, continua a dettare i tempi della nostra Repubblica, ottant’anni dopo la proclamazione dell’insurrezione popolare in tutti i territori ancora occupati dalle forze naziste e fasciste.

Per quale motivo le aspirazioni di chi scelse di essere un fuorilegge, di fronte alla barbara consuetudine della violenza e dell’orrore, offrano una bussola di valori, valevole anche per la contemporaneità, lo raccontano bene le diverse posizioni politiche e culturali che fecero coincidere il perseguimento di obiettivi militari – l’espulsione dell’invasore tedesco e la sconfitta definitiva del fascismo – con la ricostruzione morale del Paese.

Infatti, il Ventennio e gli anni della belligeranza, prima dell’Armistizio di Cassibile, avevano insegnato che la perdita di coscienza di sé e dell’altro agevolassero facilmente le aberrazioni e le schiavitù, spingendo all’implosione di ogni formazione sociale. Se la propaganda fascista aveva sgretolato, poi, la coscienza di classe dei ceti sociali, alle anime politico-culturali – comunista, cattolica, socialista, azionista, repubblicana – della Resistenza spettò, fin dai campi di battaglia, il compito di rivitalizzare, invece, il protagonismo popolare a colpi di rigosi principi giuridici.

L’immagine della lotta partigiana, ammantata di una vacua idealità politica, come si vuole fare credere attraverso certune e grossolane osservazioni, non corrisponde al vero storico: chi scelse la sommossa si ritrovò non soltanto a dover imbracciare il fucile, ma anche a dover collimare la tensione verso la giustizia, l’eguaglianza e la libertà con il diritto, ciò che il Nazifascismo aveva, invece, brutalizzato.

Lo compresero fin da subito i futuri Costituenti, molti dei quali furono combattenti della Resistenza, quando intuirono che la fase del ribellismo partigiano dovesse scaturire, alla fine del conflitto, verso un rinnovato progetto di alleanza sociale. Non si sapeva, nella sostanza, che forma avrebbe ricevuto la ricostruzione, ma, al contrario, precise ne sarebbero state le fondamenta giuridiche laddove, ad esempio, il lavoro, come libera e autonoma espressione della personalità, avrebbe concorso al progresso materiale e spirituale della società e i lavoratori, associandosi in partiti, ne avrebbero potuto influenzare l’organizzazione politica, sociale ed economica.

Ben prima che l’umanità pervenisse alla Dichiarazione universale dei diritti umani, gli uomini e le donne della Resistenza avevano posto le basi intellettuali e giuridiche della convivenza civile, giurando fedeltà ad un ampio ventaglio di valori di concordia e di solidarietà che avrebbero, poi, trasformato nei principi della Costituzione”.

Andrea Alcamisi, Circolo PD Faletra