La compagnia di giocattoli Mattel ha lanciato sul mercato la prima Barbie con la sindrome di Down.
Si tratta dell’ultimo tentativo del gigante Usa di rappresentare più donne possibili dopo la Barbie “curvy”, quella molto alta, quella bassina fino ad arrivare, in anni più recenti, alla bambola non udente, quella sulla sedia a rotelle e quella con una protesi alla gamba.
Mattel ha assicurato di aver lavorato a stretto contatto con la National Down Syndrome Society (NDSS) per garantire che la bambola rappresentasse accuratamente una persona con la sindrome di Down. La Barbie indossa anche una collana rosa che rappresenta le tre punte del 21esimo cromosoma, quello che causa la sindrome.
“Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola che le somiglia. Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione”, ha dichiarato la presidente dell’associazione, Kandi Pickard.
“Il nostro obiettivo è consentire a tutti i bambini di vedersi in Barbie, incoraggiandoli anche a giocare con bambole che non assomigliano a loro”, ha detto Mattel. La bambola con sindrome di Down fa parte della linea nota come Barbie Fashionistas, dove ci sono anche bambole con protesi.
L’originale Barbie, lanciata nel 1959, aveva gambe lunghe, una vita sottile e capelli biondi fluenti. Secondo uno studio dell’Università del South Australia c’era una possibilità su 100.000 che una donna avesse le sembianze di una Barbie. Da qui la battaglia di diverse organizzazioni per una bambola più rappresentativa delle donne reali. Nel 2016 sono uscite Barbie Curvy, Barbie Tall e Barbie Petite, oltre a diverse tonalità della pelle per rappresentare etnie diverse.