Per la prima volta, sono state identificate le specifiche regioni del cervello che possono subire i danni associati all’ipertensione, contribuendo al declino cognitivo e alla demenza. A riuscirci gli scienziati dell’Universita’ di Edimburgo e del Jagellonic University Medical College di Cracovia, che hanno pubblicato un articolo sull’European Heart Journal per descrivere i risultati del proprio lavoro.
Il team, guidato da Tomasz Guzik e Mateusz Siedlinski, ha raccolto informazioni da risonanze magnetiche del cervello, analisi genetiche e dati osservativi relativi a migliaia di pazienti. Scopo dell’indagine, quello di esaminare l’effetto dell’ipertensione sulla funzione cognitiva. I risultati iniziali sono stati verificati in un gruppo di partecipanti reclutati in Italia. L’ipertensione arteriosa, spiegano gli autori, e’ nota per essere associata a una serie di conseguenze legate alla demenza e a diversi danni alle funzioni cerebrali. “Grazie a una combinazione di approcci – sottolineano gli autori – abbiamo identificato le regioni specifiche del cervello che possono subire gli effetti dell’incremento della pressione sanguigna”.
In particolare, riportano gli esperti, il putamen, una struttura rotonda alla base della parte anteriore del cervello, responsabile della regolazione del movimento e dell’apprendimento, sembrava direttamente correlato alla funzione cognitiva. Altre aree colpite erano la radiazione talamica anteriore, la corona radiata anteriore e l’arto anteriore della capsula interna, tutte regioni di sostanza bianca che collegano e consentono la segnalazione tra le diverse parti del cervello.
Le modifiche riscontrate in queste aree includevano diminuzioni del volume di materia cerebrale o alterazioni delle connessioni tra le diverse parti del cervello.
“Speriamo che questi risultati – aggiungono gli esperti – possano aiutarci a sviluppare nuovi modi per trattare il deterioramento cognitivo nelle persone con ipertensione. Studiare i geni e le proteine coinvolte in queste strutture cerebrali potrebbe aiutarci a capire in che modo l’ipertensione colpisce il cervello provocando problemi cognitivi. Osservando le specifiche regioni cerebrali, inoltre, potremmo riuscire a prevedere correttamente il rischio di sviluppare conseguenze cognitive negative a causa dell’ipertensione. Tale conoscenza, infine, potrebbe rendere le terapie piu’ personali e mirate per i pazienti a rischio”.