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Mussomeli, dopo cinque anni arriva clemenza e riabilitazione per alcuni confrati

Redazione

Mussomeli, dopo cinque anni arriva clemenza e riabilitazione per alcuni confrati

Mer, 15/03/2023 - 11:26

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Mussomeli. Una lettera a firma del vescovo, mons. Mario Russotto, inviata all’arciprete, padre Achille Lo Manto, che a quanto pare fa chiarezza, a distanza di cinque anni, circa i disordini registratisi durante il periodo quaresimale presso la chiesa di San Giovanni Battista. Disordini talmente eclatanti durante il Venerdì dell’Addolorata che provocarono poi la durissima condanna del vescovo che emanò un decreto con cui espulse a tempo indeterminato sei uomini e una donna da tutte le confraternite di Mussomeli e da qualsiasi comitato inerente attività e feste religiose e confermò le decisioni già prese dal Consiglio della confraternita di San Giovanni dopo quei fatti, ovvero la sospensione del priore, rinuncia all’accompagnamento dei lamentatori della Memento Domini durante i riti pasquali, ed estese a tutte le parrocchie e le rettorie di Mussomeli che avrebbero dovuto dovranno più avvalersi per un lungo e indeterminato tempo, dei servigi del gruppo denominato “Memento Domini”.  Insomma una pubblica condanna che venne letta nelle chiese cittadine. A distanza di tempo evidentemente le cose sono cambiate. E un grande merito sembra lo si debba proprio al nuovo arciprete insediatosi nei mesi scorsi, che ha incontrato gli interessati e ha favorito la ricerca dei chiarimenti dovuti tra gli stessi e il vescovo. Chiarimenti che avrebbero gettato nuova luce su quei fatti. Di fatto mons. Russotto, dopo avere ascoltato gli interessati circa quello che realmente avvenne quel 23 marzo del 2018 durante il Venerdì dell’Addolorata, ha scritto di proprio pugno una nuova lettera indirizzata però solo ai sacerdoti. Sul contenuto di tale lettera vige la massima discrezione, tant’è che l’arciprete sentito in merito si limita a dire: “Io ho fatto soltanto il mio dovere e chiarezza è stata fatta. Non chiedetemi altro perché non dico altro.” In qualche modo tuttavia, il contenuto della lettera è stato divulgato sul web, anche se poi è stato altrettanto prontamente ritirato. Da quel che s’è potuto capire, a distanza di cinque anni sono stati presi in esame altri particolari di cui prima non s’era tenuto conto. Sia come sia, ed è questa la cosa che conta, gli interessati sono stati riabilitati. Uno degli interessati, che ha vissuto sulla propria pelle lo stigma di quel provvedimento e suo tempo con le lacrime agli occhi diede conto del suo dolore, ieri sentito in merito, nel confermare l’incontro col vescovo, si è limitato a dire: “Un provvedimento che rende giustizia e fa emergere la giusta verità e le dovute responsabilità.” (FONTE:LA SICILIA: Roberto Mistretta)