In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da lavoratori stranieri: sono 358mila quelli regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi, impegnati nei campi e nelle stalle fornendo piu’ del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Idos in riferimento al click day che scatta il 27 marzo prossimo per l’arrivo in Italia dei lavoratori extracomunitari previsti dal decreto flussi con il nuovo Dpcm.
“I lavoratori stranieri occupati in agricoltura – sottolinea in una nota Coldiretti – sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalita’. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli”.
Sono molti i ‘distretti agricoli’ dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale, osserva Coldiretti: dalla raccolta delle fragole nel Veronese, la preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia, dove a svolgere l’attivita’ di bergamini sono soprattutto gli indiani.
“Settori che lo scorso anno sono andati in difficolta’ per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali anche – rileva Coldiretti – per le difficolta’ agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia”. Il nuovo Dpcm di programmazione transitoria dei flussi stabilisce 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 dell’anno precedente ma le quote per lavoro stagionale, attese principalmente nelle campagne, ammontano a 44mila unita’ (contro le 42mila dello scorso anno) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione.
“La vera e importante novita’ di questo decreto e’ la riconferma – continua Coldiretti – del rilascio di quote stagionali di ingresso riservate alle associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22mila unita’ (erano 14mila l’anno prima), a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto Semplificazione. Le richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro, che avranno priorita’ sulla generalita’ delle istanze, saranno preventivamente verificate dalle organizzazioni professionali stesse che assumono anche l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori, di fatto accelerando l’intero iter della procedura d’ingresso. Il nuovo decreto – conclude la nota – sara’ anche l’occasione per sperimentare il superamento del nullaosta”