“Non ho mai avuto contatti, né diretti né indiretti, né professionali
né personali, con questo soggetto che è stato identificato come Messina Denaro
Matteo. Oltretutto, le ripeto, signor giudice, io per questi tre anni che c’è
stato…ho condotto una vita monacale, casa e lavoro, senza alcuna
frequentazione in giro per Campobello, nella maniera più assoluta”.
Così, nel corso dell’interrogatorio di garanzia depositato
al Riesame, si è difeso Alfonso Tumbarello, medico di Campobello in carcere con
l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso. Per i pm avrebbe
curato per due anni il boss durante la latitanza intestando farmaci e
prescrizioni ad Andrea Bonafede, geometra che prestava l’identità al capomafia,
pur sapendo chi fosse realmente il paziente.
Il medico ha infine ammesso di aver organizzato un incontro
tra l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, poi condannato per
traffico di droga, e il fratello di Messina Denaro Salvatore. All’incontro,
però, svolto nel suo studio il dottore ha detto di non aver partecipato.
Tumbarello ha poi parlato della vicenda per la quale è stato
arrestato: “Non posso essere certo, ma… perché non ricordo
perfettamente, ma penso, penso, che almeno inizialmente sia venuto Andrea
Bonafede, ‘il pelato’. Penso, non lo posso dare per certo. Mi ha esibito una…
il referto di una colonscopia”.
“D’altronde – spiega al giudice – il segreto
professionale è la base principale della serietà professionale”. Insomma,
dopo aver visto la diagnosi di cancro, Tumbarello per due anni avrebbe seguito
a distanza senza visitarlo Bonafede (in realtà Messina Denaro) , a
prescrivergli esami e farmaci “sulla base delle indicazioni di uno
specialista oncologo che mi richiedeva di fare degli altri accertamenti”.
(ANSA).