Caltanissetta è tornata in piazza per pregare insieme al Clero e alle Vare.
I 16 Capolavori del Biangardi, arrivati in Centro Storico verso le 16 lasciando la sala espositiva di via Colajanni dove vengono custoditi per tutto l’anno, nel pomeriggio sono stati disposti lungo il circuito tradizionale per essere “visitati”, dopo il calar del sole, dal Vescovo Mons. Mario Russotto e da tutti i fedeli in processione.
Una via Crucis commovente nella quale erano presenti anche il Sindaco Roberto Gambino, il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Magrì, il vicario diocesano Padre Onofrio Castelli e tanti gruppi clericali della città.
A seguire la testa della processione tante fiaccole, giovani, adulti e cittadini con tanto desiderio di tornare a pregare insieme utilizzando queste 16 “eccezionali stazioni”: le vare del Biangardi.
Un momento liturgico particolarmente sentito che ha creato un connubio tra la processione religiosa e la centenaria tradizione popolare delle Vare.
A ogni stazione il Vescovo ha voluto esprimere la sua personale interpretazione del gruppo sacro che, di volta in volta, si trovava di fronte. Una valutazione sagace, genuina e fortemente contestualizzata alla realtà che ci circonda non soltanto a livello locale ma anche nazionale e internazionale. Una visione che ha abbracciato tutti, senza distinzione di età, professione o stile di vita. Un’affettuoso e paterno invito a rivedersi nell’esperienza della vita di Gesù e poterne trarre insegnamento per portare “luce” non soltanto nella propria vita ma anche in quella di chi si ha attorno e si incontra nel proprio percorso.
Proprio qualche settimana fa, durante la presentazione del Programma della Settimana Santa di Caltanissetta, Padre Onofrio Castelli ha invitato a non avere timore di “spettacolarizzare le emozioni”, caratteristica tipica del nostro popolo.
“La Settimana Santa è una manifestazione popolare e, in quanto tale, è una rappresentazione reale di ogni tipologia di ceto ed estrazione sociale. A muovere questa massa non è soltanto la curiosità ma un coinvolgimento emotivo di sensazioni e sentimenti. Un vissuto spirituale, intimo e personale, che mette in comunione le persone e spinge a difendere e conservare l’eredità che ci è stata consegnata. Il rituale, in questo contesto, unisce le persone facendole interagire proprio grazie a questa forma di comunicazione. La Settimana Santa, dunque, non deve essere percepita solo come l’evento che <<arriva e passa>> ma una manifestazione che lascia una grande traccia in chi la vive e ne viene toccato nell’anima”.
E la folla di persone che, composta, in preghiera ha marciato dalla Cattedrale lungo corso Umberto, via Redentore, via Maddalena Calafato, via Conte Testasecca e corso Vittorio Emanuele ne è stata una chiara dimostrazione. Una testimonianza di fede e di sincero fervore popolare.