“Gli altri siamo noi”. Così cantava Umberto Tozzi un una delle sue canzoni.
Che Caltanissetta sia una città “particolare” è cosa ormai risaputa. Capita spesso infatti che al verificarsi di una criticità sembri si stia per scatenare l’inferno. Il tutto diventa virale, politici, giornalisti, comuni cittadini ne parlano ed il tutto viene dibattuto animatamente anche sui social.
Però, c’è sempre un però. Dopo la fiammata iniziale, cala il silenzio, dando l’impressione ai più, che sia stato tutto risolto…ma invece così non è, anzi.
Ospedale, Policlinico, Università, Antenna RAI, Piscina, Centro Storico, Parco Dubini, ed altro ancora, sono le tematiche che da anni sono tra le più dibattute e che, in momenti diversi, hanno coinvolto tanti personaggi e, pur non essendo state risolte, alcune cadono quasi nel dimenticatoio, perchè probabilmente ci si è fidati o si spera che rassicurazioni e promesse ricevute le risolveranno.
Ma perchè gli altri siamo noi e soprattutto chi sono gli altri.
Gli altri sono semplicemente i politici ed i dirigenti. I primi, sono come gli amici, vengono scelti da noi, i secondi sono come i parenti, ci vengono dati dalla politica. Entrambi, come da mandato, dovrebbero affrontare e risolvere, ovviamente a nostro favore, quelle problematiche che aiuterebbero il nostro territorio a diventare degno di essere vissuto, dove i nostri diritti siano fatti rispettare; dalla sanità allo studio, allo svago e al tempo libero anche al fine di evitare la continua emorragia delle fughe giovanili e non solo, cercando anche di rendere il nostro territorio più attrattivo, anche sotto l’aspetto turistico.
Purtroppo, così come faremmo a meno di certi amici o di certi parenti, ma per motivi vari non possiamo, dobbiamo per il momento subirli ma, quando verranno a chiederci il voto, faremo uno “screening” per capire chi merita fiducia e chi invece, senza aver fatto nulla per noi, ha fatto tanto per eseguire gli ordini che vengono dati dall’alto, che spesso contrastano con le esigenze dei cittadini, ma che garantiscono loro ricandidatura o carriere.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che su alcune di queste tematiche la politica locale è stata presente, che è stata accanto ai cittadini, che si è impegnata. Beh, se così fosse stato perchè allora sono tutte ancora ferme al palo e di molte addirittura si evita quasi di parlarne ? Vien da pensare che certi interventi non siano stati fatti per risolverli, ma che siano serviti solo per mettere cappelli e cercare, nello stesso tempo, di “calmare” con parole, che sanno di contentini, chi alzava la voce.
Il lasciarsi convincere, meglio illudere, da chi con una presenza, con un’intervista o un comunicato cerca di far calare il silenzio, rassicurare e calmare gli animi, non fa di noi dei bravi ed attenti cittadini. L’accontentarsi delle semplici parole, alle quali non seguono fatti concreti, ci rende simili a loro, “gli altri siamo noi”, anzi siamo peggio di loro.
Loro fanno politica noi, tacendo, dimostriamo di essere complici più o meno involontari.
Molti cittadini però non ci stanno e chiedono sempre, insistono, replicano, insomma non si accontentano e, anche a costo di risultare pesanti, ripetitivi, irrispettosi, chiedono risposte concrete e non mezze verità. Il non rispondere, il lasciar scemare è per molti un modo furbesco di agire.
Lasciar trascorrere il tempo, senza dare risposte, serva ad indurre chi domanda a mollare la presa, a dimenticare; il silenzio serve anche a isolare e scoraggiare anche i più tenaci, sperando che l’isolamento induca a desistere.
Forse certi personaggi non hanno però ben compreso che questo modo di agire è ormai obsoleto e soprattutto perdente. Non hanno fatto i conti con un qualcosa che non possono mettere a tacere, che purtroppo, per loro, memorizza tutto, che esce fuori al momento giusto e che soprattutto non possono controllare.
Questo qualcosa è il Web, che lascia traccia di tutto e che, grazie anche ai social, che danno a tutti la possibilità di scrivere, anche agli imbecilli, funge da mega memoria.
Attenzione quando si dice che i social hanno dato spazio anche agli imbecilli, resta poi da vedere chi sono i veri imbecilli e cosa dicono, spesso non è così facile replicare anche a loro. Spiace dover ricordare che è diritto di ogni cittadino, come di un’associazione, mettere in dubbio, criticare, contestare, chiedere soluzioni e porre domande.
L’attaccare o criticare coloro che contestano l’operato dei politici è una violazione del libero pensiero garantito dalla nostra costituzione. Purtroppo sono in tanti a non saper accettare questa libertà democratica e preferirebbero che si tacesse.
Si impegnassero semmai a risolvere i problemi, solo così non riceverebbero critiche. I cittadini liberi e con la schiena dritta non hanno paura a porre domande e a chiedere il riconoscimento dei propri diritti e lo fanno rivolgendosi ai propri delegati.
Il timore reverenziale, l’accondiscendenza o la paura di chiedere, non fanno altro che giocare a favore di chi preferirebbe calasse il silenzio, ecco perchè spesso, se stiamo zitti…gli altri siamo noi.
Ad Maiora