Il 24 febbraio 2022, mentre la pandemia da Coronavirus mieteva milioni di esistenze, l’Europa si è ri/trovata con una guerra alle porte, facendola precipitare negli incubi del passato.
Di fronte all’orrore della guerra in atto tra Russia e Ucraina con centinaia di migliaia di morti, è stato per me necessario esprimermi e prendere posizione: di carattere prettamente umanistico ed esistenziale. Ho sentito, come artista, il bisogno di esternare – con il linguaggio proprio dell’arte – la crescita esponenziale di un malessere (dell’incivilimento contemporaneo) mostrandone l’intimismo sociale e collettivo, effigiando lo stato d’animo di una dimensione umana in regresso, bisognosa sì di una nuova base ragionatrice. Peraltro, una società già messa in ginocchio dalla pandemia e lacerata con la guerra, ci ha lasciato un pervasivo senso di smarrimento nelle coscienze, modificandone la percezione di sé. Ho reagito di fronte a tutto ciò, avvalendomi del mio idioletto transrealista per smascherare il trionfo della demenza celebrale della condizione umana. La parola che ne fuoriesce è ‘disperazione’: vale a dire una dimensione psichica in cui ciascuno si cela, dietro ingannevoli esteriorità nello sconfessare gli attinenti principi etici e morali.
Dipingendo, scolpendo e componendo
installazioni, ho cercato il residuo di un’Umanità, con la U maiuscola, che non
sussiste più.
Nella mia carriera artistica ho anche documentato altre guerre, interpretando, nei vari cicli, scene e aspetti della lotta armata con spirito e linguaggio moderno, svelando violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, a mo’ di una testimonianza visiva storica. Tra essi, basti qui ricordare il Golpe in Russia nel 1991, i conflitti tra palestinesi e israeliani nel 2000, il crollo delle Torri Gemelle negli Stati Uniti l’11 settembre 2001, il ritorno al potere dei talebani nel martoriato Afghanistan nel 2021, sino alla recente guerra Russia – Ucraina, costruendone nel mio stile transrealista un nuovo linguaggio.
Come artista umanitario e Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, presento le mie ultime opere realizzate on real time e che raccontano gli infausti eventi: dall’inizio delle ostilità sino allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Le opere a volte possono sembrare molto cruente, lasciandoci un amaro in bocca se pensiamo alle migliaia di civili e bimbi massacrati, soldati uccisi, intere città distrutte, il patrimonio culturale in rovina. È come se il mondo stesse andando verso una catastrofe senza fine. Ci si chiede: tutto ciò si poteva evitare?… Per che cosa? … Per aver fatto una guerra inutile! Il ciclo ha i connotati etico-estetici di un mio Memorial. Una volta finito il conflitto, mi auspico possa essere collocato in una qualsiasi città del mondo in quanto questa guerra contro il popolo ucraino e le altre che infestano l’intero pianeta, appartengono a tutti. Un modo semplice per affermare ad alta voce: mai più guerre nel mondo!