Quasi un centinaio le persone scese in piazza Muccioli, a due passi dal teatro Ariston di Sanremo, per la manifestazione organizzata dalla comunità ucraina, in risposta alla mobilitazione di protesta contro l’intervento di Zelensky al festival. Tante le bandiere gialle e blu, portate soprattutto da donne e bambini, per dare sostegno al presidente ucraino e ribadire la necessità di fermare Putin con le armi, perché ”contro i dittatori non si combatte con i fiori o con le bandiere arcobaleno”, dice all’Adnkronos Olha Charka, ucraina da tanti anni a Sanremo, tra le organizzatrici del presidio di oggi, che ha ricevuto il supporto dei Radicali italiani e ha visto la partecipazione di esponenti politici locali di centrosinistra e Terzo polo. ”Ci ha fatto piacere sapere che c’è una piccola parte che sta con noi. Dicono che è il 70% degli italiani, ma chi capisce davvero cosa succede in Ucraina è appena il 30%. Gli altri sono stanchi, anche se non si capisce di cosa”, attacca Olha, che manda un messaggio a quelli che a poche centinaia di metri da lei, a Pian di Nave, questo pomeriggio sono scesi in piazza con bandiere russe e nastri di San Giorgio. ”Queste persone sanno cosa vuol dire vivere sotto una dittatura? Come dice la senatrice a vita Liliana Segre, la memoria rende liberi e purtroppo gli italiani, vivendo in un Paese democratico, non apprezzano quello che hanno. Io ho vissuto sulla mia pelle quello che può fare una dittatura e preferisco la peggiore delle democrazie a qualsiasi dittatura”.
‘Tanti italiani si sono stufati della guerra, ma anche noi siamo stufi di avere le bombe che ci cadono addosso tutti i giorni. Tanti qui sono stufi che l’Italia continui a ricevere profughi e noi non vogliamo essere profughi, ma siamo stati cacciati dalle nostre case. Anche noi siamo contro la guerra, ma purtroppo dall’altra parte c’è un pazzo che va fermato con le armi. Un altro modo non c’è ed è per questo che le chiediamo”, rincara Anastasia, un’altra esponente della comunità ucraina sanremese, tutta compatta nel dire che Zelensky avrebbe dovuto collegarsi in video con il festival, dove ”non ci sono solo ‘canzonette’: si è portata la battaglia contro la violenza sulle donne, l’altra sera c’è stato l’intervento della ragazza iraniana contro la dittatura e tutti hanno applaudito”, dice Olha. ”Dicono che il festival non è la cornice adatta, ma è sempre stato dedicato anche alle problematiche e ora la principale da mostrare è la guerra in Ucraina”, aggiunge Anastasia. Il ringraziamento va a ”chi ha avuto il coraggio di dimostrarci sostegno. Lo apprezziamo di tutto cuore”. Il riferimento è a Michele Zarrillo, ospite ieri nella serata cover, ma soprattutto a Tananai, che con la sua ‘Tango’ in gara alla 73esima edizione di Sanremo canta il dramma di un amore diviso dalla guerra. ”Qui facciamo tutti il tifo per lui”, dice Olha.