Con l’idea di estendere divieti di fumo, portandoli anche all’aperto, il ministro della Salute Orazio Schillaci non teme l’impopolarita’: “Nel caso – dice a “Libero” – me ne faro’ una ragione. Penso di essere nel giusto. Quando vent’anni fa il mio predecessore, il ministro Sirchia, mise una fitta serie di divieti fu molto piu’ contestato di me, ma il tempo ha dimostrato che aveva ragione. Quella decisione ha salvato centinaia di migliaia di vite”. Il divieto di fumo fuori da scuola pero’ sembra una misura da talebani: “Io non ho un approccio ideologico. Vedo la lotta al fumo all’interno di un discorso di prevenzione, che e’ la sfida principale per la nostra Nazione e per un servizio sanitario che funzioni al meglio”.
Ma il ministro deve affrontare una sfida piu’ ardua, convincere a smettere di fumare il premier Meloni, che e’ piuttosto testardo: “Io le voglio bene e mi auguro che smetta, come le ho consigliato. Le diro’ che ce lo chiede l’Europa. In effetti, le restrizioni al fumo fanno parte delle raccomandazioni che Bruxelles fa piu’ insistentemente agli Stati membri”.
Una critica che la destra ha sempre fatto all’Europa e’ di voler imporre un pensiero unico: “A me interessa la Salute degli italiani, soprattutto dei ragazzi, delle donne incinte, dei piu’ deboli. L’estensione del divieto di fumo ai parchi giochi, all’uscita delle scuole o nei pressi degli ospedali ha questa unica ragione. Poi per il resto sono abbastanza liberale. Ma fumare di meno ci aiuterebbe ad avere liste d’attesa in ospedale piu’ corte. La cosa piu’ importante in questo momento e’ ridurre il numero dei potenziali malati. La Salute dipende dallo stile di vita che riusciamo a mantenere e meglio stiamo come popolazione, piu’ la sanita’ riesce a far fronte a tutte le sfide”.
Il ministro si dice inoltre preoccupato per il “disagio psicologico seguito a due anni di lockdown, che hanno devastato soprattutto i ragazzi. A quell’eta’ sei insicuro, il confronto con il mondo spaventa e se qualcuno ti da’ l’occasione di chiuderti in casa, al riparo, ti nevrotizzi ulteriormente e poi per molti puo’ diventare difficile riaprirsi al mondo”. “Bisogna intervenire subito – conclude Schillaci – con dei supporti psicologici, anche nelle scuole. La sanita’ e la Salute mentale si imparano sui banchi. Dovremmo anche istituire un’ora di educazione all’alimentazione, molto piu’ importante di certe battaglie ideologiche sentite nel passato