Negli ultimi trenta anni il pene dell’uomo è cresciuto in lunghezza del 24%, allungandosi quindi di circa tre centimetri. A molti uomini, e non solo, farà certamente piacere, ma in realtà potrebbe non essere poi una così buona notizia. A sottolinearlo è la Società italiana di andrologia (Sia) che dal congresso europeo commenta uno studio della Stanford University pubblicato sulla rivista ‘The World Journal of Men’s Health’.
IL PARERE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI ANDROLOGIA “L’ aumento delle dimensioni dei genitali maschili potrebbe essere un altro indicatore dell’impatto di fattori ambientali, come l’esposizione a inquinanti o l’aumento di stili di vita poco sani – commenta Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli.
Questi potrebbero infatti alterare il funzionamento del sistema endocrino, modificando in modo anche strutturale l’apparato riproduttivo maschile. Lo studio suggerisce quindi l’importanza di approfondire e valutare le ripercussioni dei fattori ambientali sullasalutoè rimasta invariata, cioè poco più rimasta di 8,5 centimetri, ed è rimasta stabile anche quando allungato, cioè mediamente 13 centimetri, i peni completamente eretti si sarebbero allungati, passando da una media di 12 centimetri a una di 15,24 centimetri.
QUANTO CONTA LA LUNGHEZZA DEL PENE PER L’UOMO “Lo studio non ci dà alcuna indicazione circa le possibili ripercussioni di questo allungamento sulla salute del sistema riproduttivo maschile e serviranno ulteriori indagini e approfondimenti – spiega Palmieri – Tuttavia, aldilà dei risultati della ricerca il tema delle dimensioni del pene è ancora oggi molto dibattuto e una costante fonte di ansia e preoccupazione per gli uomini, addirittura considerato invalidante. Va invece ribadito – sottolinea l’esperto – che le misure sono del tutto indicative perché ogni uomo è diverso dall’altro, e la lunghezza del pene non è sempre importante per una vita sessuale soddisfacente“, conclude il presidente della Società italiana di andrologia.