Attualità

L’arte del raccontare: differenza tra favola e fiaba

Raccontare è un’arte che ha origini antichissime, e che si tramanda di generazione in generazione, dapprima in forma orale, poi, successivamente, in forma scritta. Quante volte, da bambini, e forse, anche da adulti, abbiamo sentito l’esigenza di chiedere: “Mi racconti una fiaba”, oppure “Mi leggi una favola?”.

E subito in testa si proiettavano immagini meravigliose dove i protagonisti erano fate, folletti o animali parlanti che compivano azioni umani. E quante volte abbiamo citato la storia della cicogna e della volpe per insegnare che bisogna essere gentili, oppure siamo rimasti incantati dalla bellezza di Sherazade in Le mille e una notte?

Episodi, avvenimenti che, addirittura, sono entrati a far parte della nostra cultura popolare e che, in diverse occasioni, qualche autore li reindirizza a nuova veste, magari adoperandoli come modelli narrativi o come canale attraverso il quale analizzare la società odierna.

Eppure, quando ci addentriamo in questi mondi fantastici, dove boschi e foreste sono gli ambienti principali, non possiamo fare a meno di chiederci: “È una favola o una fiaba?”

Spesso i due termini vengono confusi; ma, in realtà, si tratta di due tipi di narrazione diversi e sono caratterizzati da elementi a sé stanti.

La fiaba ha una lunghezza medio-breve e al suo interno troviamo elementi di natura magica con protagonisti immaginari o umani, coinvolti in un viaggio dove, per raggiungere il proprio oggetto del desiderio, devono superare delle prove per ottenere il lieto fine. Difatti, spesso e volentieri, nelle fiabe il pubblico si riconosce; si compone di un messaggio universale che accomuna le esperienze.

D’altro canto, la favola è basata su fatti inventati, dove i protagonisti sono quasi sempre animali che assumono caratteristiche umane con vizi, desideri e virtù e si concludono con un insegnamento, con una morale.

Entrambi i tipi di narrazione, tuttavia, hanno un qualcosa in comune, ovvero l’etimologia: deriva dal termine latino “fabula”, derivante a sua volta dal verbo “for, faris, fatus sum, fari”, dire, raccontare.

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