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Caltanissetta, Etnos contro il blocco del Superbonus 110: “non siamo numeri, siamo persone”

Redazione 2

Caltanissetta, Etnos contro il blocco del Superbonus 110: “non siamo numeri, siamo persone”

Ven, 17/02/2023 - 15:33

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Un immobile destinato a diventare un albergo etico, un ente del Terzo Settore e le manovre del Governo.

Sembrano i personaggi di una storia inventata, ma in realtà sono i soggetti coinvolti in quell’intricata matassa cucita dal Superbonus 110 per cento, che da diverso tempo è causa di malessere per molti.

L’Ente del Terzo Settore in questione è Etnos ‒ cooperativa sociale che da sempre si attiva, con azioni concrete, nel promuovere valori quali equità, solidarietà, inclusività ‒, proprietaria dell’immobile dal nome La Casa di Josè, un edificio di circa 500 mq destinato al Durante e Dopo di Noi per creare un’opportunità di vita a giovani adulti dopo la morte dei propri genitori.

La cooperativa ha investito tutti i suoi risparmi per avviare la riqualificazione energetica dell’immobile, credendo nello Stato e nel senso di responsabilità politica.

Facciamo un passo indietro. Etnos rientra nell’agevolazione del Superbonus 110 per cento; il progetto è validato da uno Studio Tributaristico e viene registrato nella piattaforma con il meccanismo di cessione dei crediti per quanto riguardata il pagamento.

Entro il termine previsto del 30 settembre 2022, i lavori di ristrutturazione completano il 30% previsto e il Durante e il Dopo di noi finalmente vede uno spiraglio di luce, fino a quando poi, nel gennaio 2023, i lavori vengono sospesi a causa di un disguido che sa più di premeditazione che di obbligo.

Nel momento in cui la cooperativa chiede la cessione dei crediti, il sistema si blocca e diventa impossibile richiedere la liquidità per completare i lavori.

Come è possibile completare i lavori entro il 31 marzo se non si riesce a cedere il credito? Perché bloccare anche il tentativo di cessione del credito agli enti locali? Perché il Governo non concede la proroga? Quali sono le nostre responsabilità se anche le banche si sono ritrovate con le mani legate a causa del Governo, il quale, in corso d’opera ha cambiato le regole bloccando la cessione dei crediti e portando pregiudizi all’economia che sembrava riprendersi dopo gli anni di pandemia che ha messo in ginocchio l’Italia?

Avendo troppi crediti, le Istituzioni alla minima occasione hanno pensato bene di tagliare i contratti e dall’altro lato della barricata i volti di associazioni, singoli privati e anche di imprese edili si sono dipinti di disperazione, poiché si sono ritrovati a dover anticipare i soldi e a non poterli più recuperare.

C’è da chiedersi: il blocco della cessione dei crediti da parte del Governo è una manovra egoistica per reprimere la ricchezza comune che il Superbonus 110 per cento stava generando ai “piani bassi”?

La situazione di Cooperativa Sociale Etnos non è l’unica, si possono leggere tante altre storie come la sua, e allora prima che il Governo decida di sbloccare i suoi capricci quanti morti suicide dobbiamo aspettare?

Il blocco della cessione dei crediti non comporta solo un degrado dal punto di vista economico, ma ha un forte impatto anche dal punto di vista sociale e psicologico. Ci sono persone che hanno investito i propri risparmi in quell’agevolazione che sembrava essere il famoso treno per una vita più vivibile.

La verità, invece, è che siamo solo numeri e siamo stanchi di esserlo: vogliamo contare, non essere contati.

Siamo i burattini di un Mangiafuoco sempre più avaro, e questo porta a inaridirsi e a compiere azioni estreme, nocive anche agli altri; sarebbe necessario creare un movimento d’opinione comune che possa neutralizzare i suoi interessi personali e agire.