Una città con molte problematiche irrisolte e con una politica locale in molti casi, poco efficace, ha sempre un suo perchè e delle motivazioni logiche.
L’esprimere pareri negativi, quando qualcosa non va, espressi in maniera civile ed educata, dovrebbe essere percepito come il ricevere consigli sinceri e spassionati, vissuti, da parte di chi li riceve, quasi come fosse l’affetto di un “caro amico”. Bisognerebbe anzi ringraziare chi critica, non irritarsi o offendersi al punto tale da togliere saluto ed amicizia.
Capita invece che quando qualcuno rivolge una critica, alcuni, i meno intelligenti, tendono a prenderla sul personale, non capendo che spesso si fanno, mi riferisco alle critiche politiche, per il bene della collettività; cosa peggiore è quando viene vissuta come una forma di vendetta e che la si faccia per demolire una parte e favorirne un’altra.
Perchè allora non accettarle come appunto avviene tra amici e discuterne serenamente ?
Quando ad esempio un politico o un’amministrazione comunale riceve più critiche che complimenti, dovrebbe innanzitutto cominciare a riflettere, porsi delle domande e magari dialogare di più con chi critica, se non altro per capire e se è il caso di porre dei correttivi o al limite per dimostrare l’infondatezza della stessa. Ma il più delle volte prevale il motto del “Marchese del Grillo”.
Oltre ai cittadini, a “pungere”, dovrebbero farlo anche coloro che, per professione, hanno il delicato ed importantissimo ruolo dell’informazione. Purtroppo, fortunatamente solo in alcuni casi, si ha l’impressione che siano poco propensi ad affrontare certe tematiche con quel pizzico di senso critico o con il porre certe domande, scomode, e si limitano invece alla semplice comunicazione/riproduzione dei fatti, insomma dei brutti copia ed incolla, sfrontatamente scopiazzati in giro per il web e con la pretesa di farli passare per lavoro proprio.
Alcuni nostri rappresentanti politici inoltre dimenticano spesso che sono stati da noi eletti per difendere i nostri diritti e risolvere le tante problematiche. Alcuni addirittura non si rendono neanche minimamente conto del ruolo che rivestono, non riescono nemmeno a comprenderne a pieno l’importanza.
Ciò lo si deduce da certi loro comunicati, che sono solo una chiara certificazione della loro esistenza. D’altro canto se il fato o qualche “amico/a” li ha resi qualcuno, politicamente parlando, senza esserne all’altezza o preparati, il risultato non può non essere che questo.
Qualcuno diceva “Il potere logora chi non ce l’ha”, in questo caso verrebbe da dire “il potere da alla testa a chi ce l’ha”. Parecchi di loro, dal nulla che erano politicamente, o anche chi aveva qualche precedente esperienza, credono oggi di essere diventati grandi “statisti” e, cosa peggiore, ritengono di non dover essere soggetti al giudizio dei cittadini e quindi dare loro risposte concrete. Servirebbe una sana dose di umiltà e di onestà intellettuale per capire che chi critica non è il “nemico”, il vero “nemico” è semmai chi non fa presente certe criticità ed fa solo e sempre difese ad oltranza. Ma ai politici piacciono gli “yes man”, questo è notorio.
Cosa peggiore è quando i cittadini suggeriscono idee e soluzioni e non ottengono risposte, probabilmente si ritengono solo loro capaci di far le cose bene o “in una certa maniera” (cit,). Chi si espone o chi si adopera positivamente lo fa per costruire, non certo per distruggere. Ma se il fato o certi errori hanno aiutato in passato, bisogna poi saperne approfittare. “Carpe diem”, scriveva il poeta latino Orazio, saper cogliere l’attimo, l’occasione.
Questo ovviamente vale per tutti, siano di maggioranza che di opposizione. La politica è un servizio alla collettività, non un lavoro. Nessuno li ha di certo obbligati a cercarsi i voti per farsi eleggere, ma la stessa gentilezza con la quale hanno chiesto il voto e promesso impegno e dedizione, devono adesso usarla nel saper accettare, rispondere e confrontarsi con chi critica. La bravura del capitano di una nave si vede quando il mare è in tempesta, non quando il mare è calmo. Non resta che avere pazienza e comprensione. Pazienza perchè manca poco alla fine del mandato e maggiore comprensione in chi ricopre compiti e ruoli superiori alle proprie capacità, sperando che la prossima volta si evitino certi errori di sopravvalutazione.
Ad Maiora