Dalla provincia

Amianto nel Nisseno, Collettivo Letizia: per contenere i danni serve agire subito

Gianfranco Cammarata, referente del Collettivo Letizia, torna a parlare dei rischi dell’amianto nel territorio del Nisseno e, in particolare, nelle aree tra San Cataldo e Serradifalco. Una tematica importante per i cittadini che ha riscosso l’interesse di alcuni politici ma che ancora rimane impantanata nella burocrazia o nello scarso interesse dei soggetti che potrebbero contribuire a cambiare la situazione.

“La triste vicenda dell’istituendo Parco Urbano Achille Carusi a San Cataldo e la contemporanea adozione di un pianto contro i rischi da amianto da parte del comune di Serradifalco ripropongono un’altra questione sulla quale le altre forze politiche preferiscono il silenzio – ha commentato Cammarata in una nota -. Agli inizi del mese di dicembre scorso abbiamo organizzato un grosso evento, a Serradifalco, per porre la questione in rilievo e lanciare la proposta del riconoscimento di SIN ( Sito di interesse Nazionale ) del nostro territorio. Insieme al Collettivo Letizia si attivarono alcuni noti giornalisti (Alan Scifo, Andrea Cassisi, Davide La Cara ), l’amministrazione comunale di Serradifalco, l’associazione No Serradifalko, il meetup San Cataldo 5 Stelle, il WWF Sicilia Centrale, noti geologi della provincia di Caltanissetta. A dar voce regionale all’iniziativa intervennero (in video chiamata ) anche Cinzia Di Modica, rappresentante del Comitato Stop Veleni, oltre che del coordinamento dei comitati siciliani, e, in presenza, Nicolò Di Stefano.

Erano presenti senatori del M5S e una parlamentare del PD. Nessun rappresentante di altre forze politiche.

Da allora, tuttavia, come troppo spesso accade, il silenzio è calato sulla questione, come ad aspettare il prossimo convegno per dare una sbirciata all’argomento.

Nel frattempo i mali causati dalla presenza di amianto, come si vede, marciano spediti, non sapendo attendere la lentezza altrui. E a pagarne le spese sono i nostri concittadini.

Ribadiamo ancora una volta la necessità del riconoscimento del nostro territorio quale SIN, per potere avere almeno i finanziamenti necessari a fronteggiare una grave situazione sanitaria e sociale e chiediamo alle altre forze politiche di attivarsi, in particolare di quelle che possono usufruire di rappresentanti parlamentari, il cui silenzio appare inverosimile”.

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