Salute

Sanità, Caltanissetta la peggiore in Italia per rapporto ginecologo-abitanti

Redazione

Sanità, Caltanissetta la peggiore in Italia per rapporto ginecologo-abitanti

Gio, 19/01/2023 - 10:35

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Un CARDIOLOGO ospedaliero ogni 224.706 abitanti a Bolzano, un ginecologo ogni 40.565 a Caltanissetta, mentre ad Asti e provincia un pediatra segue 1.813 bambini. Sono alcuni dei dati sulla carenza di operatori sanitari che attraversa tutta Italia ma che – come evidenzia un’analisi di Cittadinanzattiva, presentata oggi a Roma – nelle zone identificate e ultraperiferiche delle aree interne del Paese si configura come una vera e propria ‘desertificazione sanitaria’ con carenze di medici, sia di famiglia che ospedalieri, infermieri e pediatri. Territori cioè in cui è difficile accedere alle cure a causa, ad esempio, dei lunghi tempi di attesa, della scarsità di personale sanitario o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle prestazioni. 

Il sovraffollamento negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri è evidente soprattutto nel Nord del Paese, mentre la carenza di ginecologici ospedalieri colpisce, oltre Caltanissetta, con una ogni 40.565 donne, anche Macerata, Viterbo, La Spezia e tre province della Calabria ( Reggio Calabria, Vibo Valentia e Cosenza). Per offrire un termine di paragone, il miglior dato si registra a Roma con un rapporto di 1 ogni 2.292 donne: dunque la situazione in provincia di Caltanissetta è 17 volte peggiore. 

E ancora, nel dettaglio: Asti e provincia conta meno pediatri per numero di bambini (ogni professionista segue 1.813 bambini fra 0 e 15 anni, mentre la media nazionale è di 1/1.061 e la normativa prevede circa 1 pediatra per 800 bambini). Nella provincia di Bolzano ogni medico di medicina generale segue in media 1.539 cittadini dai 15 anni in su (la media nazionale è di 1 medico ogni 1.245 pazienti, sebbene la normativa fissi tale rapporto a 1/1.500). 

– Considerando invece i cardiologi ospedalieri, la situazione nella Provincia Autonoma di Bolzano (1/224.706 abitanti) è addirittura 71 volte peggiore rispetto a chi vive in provincia di Pisa (1/3.147) mentre la media è di 1/6.741). Quanto ai farmacisti ospedalieri, invece, il rapporto peggiore si segnala nella provincia di Reggio Emilia dove c’è un professionista ogni 264.805 abitanti (la media è di 1/26.182), il migliore nella provincia di Forlì-Cesena con 1/9982. 

Tenendo presente le 39 province dove gli squilibri, tra numero professionisti e cittadini, sono più marcati, primeggiano: Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Milano) e Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli) con 6 provincia, seguite da Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e Calabria (Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) con 4 province. Seguono Veneto (Treviso, Venezia, Verona), Liguria (Imperia, La Spezia, Savona) ed Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia), con tre province a testa. Trentino Alto Adige (entrambe le province autonome di Bolzano e Trento) e Lazio (Latina e Viterbo) con 2.

“In questi ultimi giorni abbiamo notizia ad esempio della carenza di pediatri a Cagliari, di medici di medicina generale a Rescaldina ea Legnano nell’ area metropolitana di Milano, così pure a Palomonte e Pisciotta nel Cilento, di radiologi per refertare gli holter a Manfredonia, e di ginecologi nell’ospedale di Mirandola”, afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Mancano dati certificati, aggiornati e facilmente reperibili sulla carenza di personale sanitario, e questo non agevola la programmazione degli interventi e la destinazione delle risorse”, conclude.