Negli ultimi anni, anche per effetto della pandemia, l’utilizzo di internet è aumentato del 4%, in particolare l’uso di social network, arrivato al +80%.
E i più colpiti sono gli adolescenti e i giovani adulti: tra i 14 e 21 anni l’uso problematico di internet è aumentato del 25%, con il rischio di aumento della dipendenza al 9%.
Sono i numeri presentati nell’ambito dell’incontro ‘I giovani e l’utilizzo delle tecnologie’, che si è svolto questa mattina a Roma nella sede della Regione Lombardia, in Via del Gesù. Durante la mattinata del 25 gennaio sono stati presentati i risultati di una ricerca realizzata da Corecom Lombardia nell’ambito della convenzione sottoscritta tra il consiglio regionale della Lombardia e Polis-Lombardia. Ad aprire i lavori, la sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti, che ha sottolineato la difficoltà di affrontare e fronteggiare alcuni fenomeni in continua evoluzione, come appunto l’impatto delle tecnologie sui giovani di oggi. “Abbiamo bisogno di collegamento e supporto con delle analisi, per capire dove incidere e diversificare i nostri interventi”, ha detto Frassinetti. Dai risultati è emerso che un uso consapevole e guidato delle tecnologie in classe, può portare a benefici in termini di apprendimento e consapevolezza.
Ma gli effetti negativi sono purtroppo più diffusi. In particolare, diminuisce sempre di più l’età di accesso ai device, e più l’età è precoce, più ci sono problematiche. Problematiche che aumentano dove ci sono già disuguaglianze. E hanno un impatto sulla salute, con effetti sui disturbi del sonno e dell’alimentazione. “C’è bisogno di un percorso strutturato di educazione civica digitale- ha detto Marco Gui, professore associato di Sociologia dei media presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Milano-Bicocca- Uno sviluppo consapevole dello smartphone riduce l’uso problematico. Gli stessi studenti sono favorevoli all’uso dello smartphone per finalità educative. Ma ad oggi, possiamo dire che in linea generale un divieto di utilizzo dello smartphone in classe ha effetti positivi”. Per Paolo Giovannelli, psichiatra e psicoterapeuta, docente di Tecniche Riabilitative Psichiatriche all’università degli Studi di Milano, Direttore Centro ESC – Center for Internet Use Disorders, esiste “una dipendenza funzionale, di cui abbiamo bisogno, in virtù di un mondo che va in questa direzione. La dipendenza funzionale è educazione, cultura e professionalità. Per saper utilizzare strumenti per coltivare relazioni costruttive. E poi c’è una dipendenza patologica che sviluppa comportamenti ossessivi compulsivi. Cosa si può fare? Bisogna sviluppare competenze specifiche, formare gli insegnanti e puntare sulla prevenzione.
Dobbiamo mettere a sistema le enormi possibilità di conoscenze scientifiche e d’avanguardia con le nostre conoscenze culturali”. In conclusione Raffaello Vignali, direttore scientifico di Polis-Lombardia, ha sottolineato che anche gli ultimi dati Invalsi hanno fatto registrare un aumento delle competenze digitali a fronte di un crollo degli apprendimenti scientifici. “I problemi dei giovani non sono dei giovani, sono degli adulti. Bisogna avanzare proposte positive, formare le famiglie e non lasciare soli i nostri giovani”.