Gli interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici “sono urgenti non perché ce lo chiede la Ue, ma perché è la natura stessa a chiedercelo, con tutto quello che sta accadendo, dai cambiamenti climatici alle alluvioni”.
Coì Antonio Decaro (Pd), sindaco di Bari e presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani in una intervista a La Repubblica. Quindi potremmo farcela in Italia ad avere gli edifici in classe E entro il 2030?
“Gli obiettivi della direttiva Ue sono condivisibili, ma bisogna individuare gli strumenti adeguati. A cominciare dalle regole: con quelle attuali l’obiettivo dell’80% dei pannelli solari nei centri storici è irraggiungibile, le Soprintendenze non darebbero mai l’autorizzazione, a meno che non cambino le regole, con una norma nazionale che stabilisca qual è l’interesse prevalente”.
Le semplificazioni adottate finora non sono state efficaci? “Non abbastanza. Noi da tempo chiediamo un’unica procedura che in 30 giorni dia tutte le risposte, altrimenti non riusciremo a spendere neanche i 6 miliardi stanziati dal Pnrr per gli interventi di sicurezza del territorio ed efficientamento energetico. Per noi quelle risorse non sono numeri delle tabelle, sono pezzi di vita delle nostre comunità. Abbiamo fatto grandi sforzi per presentare i progetti in tempo, nonostante la carenza di personale specializzato, per non perderle. Inoltre le semplificazioni vanno estese a tutti i cantieri, non limitate a quelli del Pnrr. E mantenute oltre il 2026, quando gli investimenti legati al Pnrr cesseranno, ma invece quelli legati all’efficientamento energetico dovrebbero avere un’accelerazione”. Quanto costerà un’operazione di queste dimensioni? “Non abbiamo ancora fatto una stima, ma di sicuro servono risorse e incentivi, perché i costi non si scarichino esclusivamente sulle famiglie”. Decaro rileva che “il Superbonus ha funzionato, anche se nell’ultimo periodo ha subito rallentamenti, perché ha permesso di rinnovare un patrimonio edilizio vetusto. Purtroppo non ci ha permesso finora di efficientare i nostri alloggi popolari, a differenza di quelli regionali: nuove norme dovrebbero superare questa dicotomia, solo a Bari abbiamo 7 mila alloggi popolari comunali. Abbiamo poi anche utilizzato il Pinqua (il programma del Pnrr per la riqualificazione edilizia). La strada è lunga: il 60% degli edifici in Italia è in classe G o F”.