Come attrarre i turisti nella nostra Caltanissetta? Sin da bambino ne sento parlare, sin da quando mio nonno mi portava con lui ad assistere ai Consigli Comunali nei quali, spesso, assistevo a lunghi “botta e risposta” tra i consiglieri Mario Arnone e Ottavio Rizza. Da circa 50 anni sento parlare di “sfruttare la centralità geografica” in Sicilia di Caltanissetta per finalità turistiche e ritengo che ciò sia giusto, che ciò sia stato in parte sfruttato e che tanta strada si possa e si debba ancora fare in questa direzione. Io, però, ho sempre sognato che Caltanissetta non dovesse limitarsi a sfruttare la propria centralità, ma che dovesse “brillare di luce propria”; ho sempre sognato che i suoi visitatori non ritornassero nelle proprie case ricordando la mia Città sol perché era vicina ai templi o solo perché lì si sia tenuto un Convegno Regionale. Seppure abbia sempre pensato che fosse tutt’altro che facile “inventarsi” qualcosa che potesse determinare un salto di qualità, a livello turistico, della mia Città, ho ritenuto che le due attrazioni potenziali maggiormente da sfruttare fossero le miniere e l’antenna, quest’ultima unica in Italia per la sua altezza. Ovviamente non dimentico il torrone e le altre specialità tipiche nissene. In questa sede tralascio l’utilizzo a fini turistici delle miniere e delle specialità alimentari, limitandomi a evidenziare che, per quanto concerne le miniere, il loro utilizzo a fini turistici già avviene sia in Italia che nel mondo con trenini e percorsi pedonali che consentono a migliaia e migliaia di turisti di visitarle.
Adesso, invece, mi inserisco nel dibattito che in Città si è instaurato sull’antenna. So bene che ci sono state tante idee, che ci sono coloro che sono “legati” ad un vero e proprio simbolo, so bene che i costi di manutenzione per mantenere l’antenna in sicurezza sono elevati. La mia idea è articolata e, ovviamente, è qui esposta in maniera sintetica. L’idea nasce dal seguente mio personale presupposto e convincimento: razionalmente, per evitare di abbattere uno dei simboli della nostra Città, occorrebbe utilizzarla in modo tale che diventi anche il fulcro di uno spettacolo unico in Italia, che in vari periodi dell’anno potrebbe attrarre numerosissimi turisti. A mio parere, infatti, la sola costruzione del parco, di cui si parla, non avrebbe la forza attrattiva nei confronti dei turisti, tale da giustificare il sostenimento di costi di manutenzione elevati. Qui di seguito elencherò i punti salienti, da sviluppare in altre sedi, per tentare di fare diventare l’antenna una struttura da utilizzare in maniera simile all’ “albero della vita”, costruito in occasione dell’EXPO di Milano del 2015 (struttura molto più bassa della nostra antenna). Invito i gentili lettori a guardare i video della suddetta attrazione; si tratta di giochi di luce e di acqua, ai quali, nel caso della nostra antenna, si potrebbero aggiungere ulteriori originali idee. Qui di seguito elenco i punti salienti della mia proposta:
1) bandire un concorso di idee e/o un concorso di progettazione, che coinvolgano società e professionisti, miranti a fare pervenire nella nostra Città quante più idee possibili relative a giochi di luce, giochi d’acqua e altri spettacoli aventi come fulcro l’antenna; occorrerà decidere in quanti e quali periodi dell’anno eseguire gli spettacoli, nonché di quanti giorni e di quante ore al giorno debba essere composto ogni periodo, etc;
2) attrezzare un’area a pagamento nelle immediate vicinanze dell’antenna per fare assistere agli spettacoli “da vicino”;
3) considerata l’altezza dell’antenna e considerato che si vede da molti punti della Città, attrezzare una serie di “punti di osservazione” in Città (esempio Redentore, un tratto di via Leone XIII, qualche piazza, etc), anche a pagamento; all’interno dei vari “punti di osservazione” si potrebbero organizzare piccoli eventi. I turisti si avvarrebbero di questi “punti di osservazione” per vedere l’antenna illuminata “da lontano”. Sarebbe necessaria un’attenta valutazione dei costi e degli auspicati ricavi e sarebbe necessaria, altresì, una ben precisa scelta per decidere il ruolo più o meno rilevante dei privati e degli Enti pubblici. Mi auguro che nei lettori prevalga la voglia di contribuire alla realizzazione di qualcosa che, seppure molto ambizioso, io ritengo realizzabile, rispetto al disfattismo che non porta a nulla di buono e lascia la nostra Città tristemente immobile e incapace di fare un salto di qualità.
A mio parere, occorrerebbe non dare alcuna importanza al farsi attribuire o meno la paternità di un’idea oppure all’essere interessati all’attribuzione dei meriti conseguenti alla sua eventuale realizzazione: occorrerà, invece, che ciascuno di noi, ognuno per la propria parte e per il proprio ruolo, dia il proprio apporto; ossia i giovani nisseni, le donne e gli uomini nisseni, i nostri amministratori, i nostri politici di maggioranza e di opposizione, i nostri rappresentanti delle Istituzioni, tutti insieme, dovrebbero impegnarsi per consentire alla nostra Città di fare un possibile e non utopistico salto di qualità, anche e soprattutto nell’interesse dei nostri figli e dei nostri nipoti. Volere è potere!
Concludo dicendo che mi auguro che il mio sogno non rimanga tale, ma che fra qualche anno la nostra Città possa fare un salto di qualità anche grazie alla propria “spettacolare e unica antenna illuminata”; mi auguro che i turisti che nell’imminente futuro visiteranno la Sicilia ritornino presso le proprie sedi entusiasti per avere visto i templi, Taormina, Palermo, ma anche lo spettacolo dell’antenna illuminata di Caltanissetta. È giusto sfruttare la centralità di Caltanissetta, ma dobbiamo anche fare in modo che la nostra Città “brilli di luce propria”, nel vero senso della parola.