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Caltanissetta: con “Adelasia e i Pupi di Zucchero” domenica Naponos racconta la storia della città

Marcella Sardo

Caltanissetta: con “Adelasia e i Pupi di Zucchero” domenica Naponos racconta la storia della città

Mar, 24/01/2023 - 16:44

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Raccontare Caltanissetta e la sua storia, le sue origini, le sue tradizioni culturali e culinarie attraverso uno spettacolo teatrale. Diletta Costanzo, presidentessa dell’associazione Naponos, con “Adelasia e i pupi di Zucchero”, ha raccolto e romanzato i suoi ricordi di bambina, quelli tramandati dai nonni, quelli narrati dai genitori, quelli condivisi con la sua stessa generazione di coetanei. E poi li ha portati in scena.

Ha coinvolto nel progetto una grande squadra di professionisti in diversi campi, dagli studiosi di storia nissena ai pasticceri, dai pittori agli attori. Tutte personalità eclettiche riunite dall’amore della città e dalla voglia di portare avanti le proprie tradizioni.

Ciò non significa rinnegare le nuove storie e usanze che arrivano dall’estero e che, inevitabilmente, contaminano la cultura locale. Significa, soprattutto, saper scegliere. Ma facendolo solo dopo aver avuto una chiara idea delle proprie tradizioni.

In “Adelasia e i pupi di zucchero” il cavaliere Orlando, la donna d’oro delle carte da gioco e il pastorello del presepe si incontrano in un mondo irreale senza tempo e guardano passato per capire il presente e poter aiutare le nuove generazioni a orientarsi nel futuro.

Questo non è frutto di un progetto isolato. L’associazione culturale siciliana Naponos, infatti, lavora al recupero della cultura teatrale legata al teatro di figura, al riconoscimento delle tradizioni culturali siciliane perdute e alla rivalutazione e valorizzazione dei luoghi antichi.

“Abbiamo voluto restituire dignità e notorietà a un personaggio storico che nel nostro territorio è stato molto importante – ha spiegato Diletta Costanzo -. Adelasia è stata una principessa Normanna del Centro Sicilia, una figura dimenticata dal suo stesso popolo poiché, a causa di guerre e devastazioni, sono andati distrutti tutti i reperti storici che parlavano di lei”.

Nonostante siano state portate avanti ricerche molto accurate non si è ancora riuscito a trovare un suo ritratto e oggi, della principessa Adelasia, non si conosce nemmeno il suo volto. Profanata nel ricordo ma anche nelle sue spoglie mortali. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, le chiese storiche di Caltanissetta – tra cui San Domenico, Santa Maria degli Angeli e la chiesa dei francescani – sono state saccheggiate e le ossa della principessa dal suo prezioso sarcofago sono state spostate e gettate nell’ossario comune.

“Oggi è impossibile riuscire a ristabilire quali siano i resti di Adelasia – ha proseguito Diletta Costanzo – ma questo, forse, amplifica ancor di più l’aura di mistero di questa nobildonna. Possiamo dire, non solo metaforicamente ma anche materialmente, che la principessa si è mescolata con la storia locale e il nostro compito è anche quello di evitare che lei sia dimenticata del tutto”.

Lo spettacolo, in chiave fiabesca rievoca la tradizione popolare siciliana della principessa e dei pupi di zucchero. Proprio per questo ci sarà la partecipazione speciale del maestro pasticcere Lillo De Fraia che, nel suo stile, manifesterà l’amore per l’arte dolciaria locale e quei pupi di zucchero di cui, purtroppo, i bambini di oggi conoscono molto poco.

Lo spettacolo, grazie anche al sostegno e supporto dell’assessora alla cultura Marcella Natale, debutterà domenica alle ore 18,00 al Teatro Margherita di Caltanissetta. Da lunedì inizieranno le proiezioni per le scuole primarie della città e, alla fine, lo spettacolo inizierà a viaggiare per l’isola con l’intento di divertire, incuriosire e far scoprire qualcosa in più della storia della nostra città.

“Noi cittadini dobbiamo smettere di rimanere a braccia conserte e guardare cosa non funziona attorno a noi ma ingegnarci per poter valorizzare la storia e il territorio mettendo a disposizione le nostre competenze”.

Adelasia e i Pupi di Zucchero rientra proprio in questo paradigma e consente agli artisti di poter svolgere il proprio mestiere e al contempo valorizzare la città di Caltanissetta.

“La fiaba – prosegue – ci riporta indietro allo scontro sociale (che consentì la realizzazione delle comunità moderne siciliane) presente nei lavori di Giuseppe Pitrè, tra nobili e popolo, tra i fortunati e gli emarginati della società. Se l’eroe (e con lui l’appartenenza ad un territorio e il senso di rivalsa degli ultimi) gioca il ruolo chiave di risoluzione del conflitto, sono le voci degli spiriti dei buoni a dare inizio all’azione nelle “mise en scène”, e a richiedere ai vivi di trovare la forza e il coraggio di riportare all’ordine le vicende umane”. Un messaggio che deve essere attualizzato e ancora oggi messo in pratica.

In molti hanno offerto la propria disponibilità a collaborare nel progetto, un segnale che dimostra come una scintilla di amor cittadino esiste ancora in città e deve essere attizzata proprio come la fiamma di un fuoco che rischia di spegnersi.

“Ringrazio chi, come i pasticceri, si è messo a disposizione della città collaborando a vario titolo al progetto o acquistando dei biglietti dello spettacolo per donarli agli studenti delle scuole. Ciò fa capire la voglia di educare le nuove generazioni promuovendo la cultura, la conoscenza e rievocando la tradizione locale. L’eccellenza – come quella dell’arte dolciaria nissena -, infatti, va sempre valorizzata e diffusa”.

Lo spettacolo, per Naponos, vuole soltanto essere la punta di un iceberg che mira a illuminare Caltanissetta con una differente luce.

“Stiamo iniziando con la riscoperta della storia del castello di Pietrarossa e dei suoi nobili abitanti in un modo differente a quello convenzionale”. Niente convegni pensati solo per adulti ma progetti adatti a tutti. Laboratori di pasticceria, pièce teatrali e attività che mostrino come valorizzare il cibo e gli ingredienti genuini perché di qualità. E chi condanna il “Pupo di zucchero” perché “non salutare” viene invitato a leggere gli ingredienti di qualsiasi altro prodotto confezionato industrialmente. Il paragone sicuramente non reggerà.

Cosa bisogna aspettarsi, dunque, da questo spettacolo?

L’autrice e attrice anticipa poco per non togliere il piacere della visione.

Qualcosa, però, lo ha lasciato trapelare. La fiaba tratta le vicende di tre pupi di zucchero che nessuno ha mai comprato, dimenticati da decenni nella vetrina di una pasticceria, che cercano senza successo di capire chi sono e perché nessuno li sceglie mai. Gli spiriti buoni, mossi a pietà, nella notte di Ognissanti, doneranno loro la vita. Gli improbabili eroi verranno condotti attraverso il buio dell’ignoto da due personaggi dall’aspetto comune: l’esperienza e la conoscenza. Il mondo antico, per non morire, dovrà sfidare la crudeltà della Regina di Spade e del suo aiutante, il Due di Bastoni, e trovare la corona magica della principessa Adelasia per salvarla dall’oblio. Un’avventura romantica che si trasforma in viaggio alchemico, attraverso simboli e archetipi della cultura siciliana. Naponos condurrà bambini e ragazzi attraverso la storia delle origini medievali della città di Caltanissetta, mostrando loro l’importanza storico/culturale di alcuni prodotti dell’eccellenza dolciaria siciliana.

Naponos, dunque, invita gli spettatori a guardare ogni elemento in scena con attenzione perché ciascuno di essi rappresenta un simbolo che racconta la nostra città, la nostra storia e recupera gustose emozioni che, ormai, sono da troppi anni relegate dentro un cassetto della memoria.

I ricordi, però, sono come lo zucchero che viene sciolto dentro la pentola in previsione della “festa dei morti”. È sempre lì, pronto per essere versato nelle forme ed essere trasformato in un cavaliere o una contadinella, in un pastorello o in una ballerina. E quando, alla fine viene dipinto con colori brillanti e donato a un bambino, la felicità che ne deriva genera commozione in chi lo riceve e chi lo offre. Una situazione nella quale ciascuno avrà imparato qualcosa in più dall’altro.

Lo spettacolo “Adelasia e i pupi di zucchero” sarà messo in scena domenica 29 gennaio 2023 alle ore 18 al Teatro Margherita con ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Testo originale e regia: Diletta Costanzo

Gli interpreti sono: Adriano Dell’Utri, Simona Scarciotta, Diletta Costanzo, Sefora Edith Bello, Lillo Bellavia, Christian Alì e la partecipazione speciale del Maestro Lillo Defraia.

I Danzatori: Maria Rita Vitello, Josephine Giadone, Manuela Cumbo, Fara Romano, Bruno Sari, Carola Galanti, Angelica Mangiavillano

Contributi Storici: Professoressa Rosanna Zaffuto Rovello

Assistenza alla regia: Emanuela Riggi

Coreografie: Maria RIta Vitello, Josephine Giadone

Costumi: Tiziana Morreale

Contributi scenografici originali: Lorenzo Ciulla (Spazio Pitta) e Barbara Arnone

Contenuti Scenotecnici: Daniel Mauceri

Consulenza d’immagine: Silvio Alaimo

Direzione di palco: Michele Cassetti

Direzione di scena: Giuseppe Costanzo

Service audio e luci: Angelo Rizza