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Salute: problemi memoria breve termine, possibile cura con laser

Redazione

Salute: problemi memoria breve termine, possibile cura con laser

Ven, 02/12/2022 - 14:27

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La terapia della luce laser potrebbe essere utilizzata per migliorare le capacita’ di memoria a breve termine attraverso un procedimento chiamato fotobiomodulazione transcranica (tPBM). Questa interessante prospettiva emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati dell’Universita’ di Birmingham e della Beijing Normal University in Cina.

La fotobiomodulazione transcranica, spiegano gli autori, prevede l’applicazione di stimoli laser nella corteccia prefrontale destra, considerata importante nella memoria a breve termine. Il team, guidato da Dongwei Li, ha testato l’efficacia e la tollerabilita’ del trattamento in un campione di 90 partecipanti di eta’ compresa tra 18 e 25 anni.

I soggetti sono stati esposti alla luce laser sulla corteccia prefrontale destra a lunghezze d’onda di 1064 nm o a lunghezze d’onda inferiori e sulla corteccia prefrontale sinistra. Nel corso delle varie sessioni, che duravano poco piu’ di 12 minuti, i ricercatori hanno monitorato i cambiamenti nell’attivita’ cerebrale dei partecipanti utilizzando l’elettroencefalogramma (EEG) sia durante il trattamento che in fase di test.

Per gli esperimenti, gli scienziati hanno chiesto ai volontari di ricordare il colore o l’orientamento di una serie di elementi visualizzati su uno schermo. Stando a quanto emerge dall’indagine, la luce laser sulla corteccia prefrontale destra mostrava chiari benefici rispetto alle altre alternative. L’approccio, non invasivo, si e’ dimostrato in grado di migliorare la memoria a breve termine fino al 25%. I partecipanti che avevano ricevuto variazioni al trattamento, tendevano infatti a ricordare in media tra 3 e 4 oggetti, mentre chi era stato esposto alla tPBM era in grado di memorizzare correttamente tra 4 e 5 elementi.

“Le persone con condizioni come il disturbo da deficit di attenzione e iperattivita’ (ADHD) o altre problematiche legate alla memoria – commenta Li – potrebbero trovare parecchi benefici in questo tipo di terapie. La tPBM e’ sicura, non invasiva, e non e’ stata associata a effetti collaterali”. “Sara’ necessario proseguire le ricerche – aggiunge Ole Jensen, collega e coautore di Li – per comprendere i meccanismi alla base di questo effetto riscontrato. Ipotizziamo che la luce possa stimolare gli astrociti nelle cellule nervose all’interno della corteccia prefrontale. Nei prossimi step, cercheremo di valutare se sia possibile raggiungere benefici duraturi”