“Se qualunque sindaco avesse commesso quanto contestato dalla Corte dei conti sezione Sicilia alla Regione Siciliana in occasione della parifica del rendiconto relativo all’esercizio Finanziario 2020 a quest’ora sarebbe stato arrestato e con una contestazione per danno erariale di milioni di euro.”
Lo afferma in maniera politicamente provocatoria il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca commentando quanto emerso dalle sezioni riunite della Corte dei Conti chiamate a pronunciarsi sulla parifica del Rendiconto relativo all’esercizio finanziario del 2020.
“Oggi, afferma De
Luca, la corte dei conti non ha fatto altro che ribadire tutte le criticità che
io ho messo in evidenza in occasione del mio intervento sulle dichiarazioni
programmatiche del presidente della Regione siciliana. Ho chiesto più volte di stoppare anche la
variazione di bilancio che è in corso di discussione e che andrà in aula la
prossima settimana proprio perché il quadro finanziario nel quale la regione
siciliana si trova non è precario, è disastroso. Ciò è dimostrato anche dalla mancata
approvazione del rendiconto del 2020 e del 2021.
Oggi la Corte dei conti ha confermato le mie perplessità e anche l’arringa del pubblico ministero sostanzialmente non ha fatto altro che ribadire tutte le prese di posizioni che io ho assunto ogni qualvolta ho ribadito all’interno del Parlamento siciliano che i bilanci della regione sono falsi, denunciando in particolar modo la violazione degli articoli 13, 14 e 15 della legge regionale 11/2010.
Norme per le quali ho lavorato quando ero deputato regionale in nome della trasparenza dei conti pubblici e per risanare soprattutto i conti della regione. In questi ultimi 10 anni sostanzialmente il Parlamento siciliano ha continuato ad approvare bilanci in violazione di legge, ma la cosa più grave è che il governo Musumeci per continuare a far fronte alle spese pazze della regione siciliana ha pure cambiato unilateralmente le regole riguardanti il patto tra lo Stato e la regione per quanto riguarda le annualità per far rientrare la regione siciliana dal suo disavanzo.
Vorrei ricordare, afferma De Luca, che i patti si modificano con l’accordo di chi li ha sottoscritti e non unilateralmente come hanno fatto l’assessore Armao e il presidente Musumeci e oggi la Corte dei conti lo ha ribadito. Bisogna anche evidenziare che purtroppo nessuno di coloro i quali hanno responsabilità diretta pagherà un centesimo per il danno erariale causato come accadrebbe e accade ad un qualsiasi amministratore locale. Chi ha la responsabilità del fallimento della Sicilia, in una terra caratterizzata da assurdità oggi è Ministro di un Governo al quale si chiede aiuto per rimediare al danno causato proprio da lui!
Ora ci vorrà un’altra norma da parte dello Stato per salvare la Sicilia dal dissesto finanziario e mi auguro che arrivi, anche a che se, aggiunge De Luca, mi preme sottolineare che questa è la riedizione della situazione per la quale la Sicilia è stata sempre tenuta al guinzaglio dallo Stato, proprio per i suoi vizi in materia contabile. Altro che autonomia, altro che rilancio della nostra economia!
Ci troviamo purtroppo sul Titanic dove i satiri danzanti rappresentati da Schifani e dalla sua giunta continuano a “sculettare” mentre la Sicilia affonda. Ora – conclude De Luca – ci vorrà un intervento dello Stato di circa 800 milioni di euro per evitare il dissesto e non faremo passare alcuna norma contabile se non sarà fatta l’operazione verità sui conti che ci hanno lasciato in eredità Armao e Musumeci.”