Napoli, pieno pomeriggio. Un bimbo di un anno è avvolto in una coperta. Sua madre piange, lo culla e gli dice di resistere, perché ha perso i sensi improvvisamente e non risponde più a mamma e papà. Sono in auto nel tentativo di raggiungere l’ospedale, ma il traffico pomeridiano di Napoli aumenta e la speranza di farcela sembra venire meno.
Poi accade qualcosa: due Carabinieri della Stazione di Barra, di pattuglia, sentono accelerazioni nervose e il suono disperato del clacson. Da lontano vedono quel corpicino stretto tra le braccia della madre: è la più grave delle emergenze. Comprendono tutto e si fanno largo con lampeggianti e sirene. Si piazzano davanti alla loro auto e aprono la strada. Sfilano tra i veicoli come il burro, corrono forte, e in pochi istanti sono nel pronto soccorso di Villa Betania.
Davanti ai loro occhi quel corpicino viene intubato. Le mani
dei dottori battono forte sul suo petto per un massaggio cardiaco. Il cuore ha
smesso di battere, è in arresto cardiocircolatorio. Il tempo si ferma, ma poi
un pianto dirompente infrange quel vuoto assoluto. Per i medici un minuto in
più e non ce l’avrebbe fatta. Per i genitori, dopo l’incubo, solo gioia e il
regalo di Natale più bello già scartato.