L’aumento della soglia per l’uso del contante, l’eliminazione delle sanzioni per gli esercizi commerciali che non accettano il pagamento con le carte di credito per importi fino a 60 euro, le diverse forme di sanatoria fiscale. Questi, secondo la Banca d’Italia, gli aspetti più critici del disegno di legge di bilancio all’esame del Parlamento.
Nell’audizione presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato, Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, ha sostenuto che “le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.
Sulla stessa linea la Corte dei Conti che venerdì scorso aveva espresso forti critiche sulle disposizioni che ampliano le possibilità di pagare in contanti sottolineando come l’innalzamento della soglia e la non sanzionabilità per chi non accetta la moneta elettronica fino a 60 euro possano risultare “non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr”. Perplessità dai magistrati contabili erano state espresse anche sulle norme che il governo e la maggioranza definiscono di ‘pace fiscale’.
Nel corso dell’audizione, Bankitalia ha ripetutamente posto l’accento sulla situazione di incertezza che caratterizza il quadro economico, a causa della guerra in Ucraina che ha portato all’aumento dei prezzi dell’energia e di conseguenza dell’inflazione. In questo contesto “il Paese ha mostrato per il momento una sostanziale tenuta” con il prodotto interno lordo del terzo trimestre cresciuto dello 0,5%. Tuttavia “gli indicatori più recenti puntano a un indebolimento dell’attività per il trimestre in corso, in cui è proseguito il rialzo dell’inflazione”.
È opportuno sottolineare, ha proseguito la Banca d’Italia, che di fronte ai rischi “di natura estrema” a cui è esposto il Paese “le proiezioni economiche costituiscono un riferimento solamente indicativo. Sviluppi drasticamente meno favorevoli di quelli prefigurati potrebbero realizzarsi a fronte di mutamenti repentini e imponderabili del contesto esterno”. La manovra nel suo complesso contiene misure espansive per il 2023 pari a 39,2 miliardi di euro e di questi 18,1 miliardi sono coperti da riduzioni di spese e maggiori entrate.
Gli ulteriori 21,1 miliardi, destinati essenzialmente alle misure per mitigare il caro energia a famiglie e imprese, producono un aumento “temporaneo” del disavanzo. Da qui la raccomandazione a mantenere ferma la politica di riduzione del rapporto debito/pil, una “scelta necessaria” per “l’alto livello del debito, le prospettive macroeconomiche incerte e il tendenziale aumento dei tassi di interesse”.
Negli anni futuri “sarà necessario puntare a un significativo avanzo primario”. Nello specifico delle misure, secondo Balassone “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione” mentre “soglie più alte favoriscono l’economia sommersa”. Inoltre “c’è evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale”.
A chi sostiene che la commissione da pagare per il Pos sarebbe elevata per i commercianti, Bankitalia fa presente che “la gestione del contante costa più delle commissioni” per le spese legate alla sicurezza e alle assicurazioni. In tema di regolarizzazioni fiscali, la rottamazione delle cartelle e gli altri interventi “determinerebbero nel 2023 una riduzione delle entrate per circa 1,1 miliardi”. Inoltre possono avere un “effetto negativo sul rispetto delle norme tributarie da parte dei contribuenti”.
Le misure di mitigazione del caro energia per le famiglie e le imprese sono necessarie, ma dopo il primo trimestre del 2023, se la crisi energetica dovesse prorogarsi, le eventuali ulteriori misure secondo la Banca d’Italia dovrebbero essere più selettive, soprattutto per le imprese, e dovrebbero essere coperte da tagli alle spese o maggiori entrate, senza produrre maggior deficit.
Bene, a parere di Bankitalia, l’assegno unico per i figli, che “ha sostituito un insieme di misure preesistenti semplificando il sistema” mentre la riduzione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia “va a beneficio di tutti i consumatori di tali prodotti, anche a nuclei che non versano in condizione di bisogno”. Sull’assegno unico si è espresso anche l’Istat, spiegando che il potenziamento introdotto con la manovra “interesserebbe solo il 5,6 delle famiglie, una quota contenuta rispetto al 73,4% delle famiglie con figli a carico che lo percepisce.
L’importo medio della maggiorazione è di circa 90 euro l’anno”. Il reddito di cittadinanza, ha detto ancora Bankitalia “ha contenuto gli effetti negativi della pandemia sulle famiglie più fragili e ha sostenuto il potere d’acquisto di fronte allo shock inflazionistico”. La rimodulazione prevista nella manovra “può superare alcuni aspetti critici” ma è opportuno “fare attenzione al rischio di aumento dell’indigenza dove esso è più diffuso e il mercato del lavoro è strutturalmente malfunzionante”. In futuro, la riforma complessiva “dovrebbe rafforzare l’efficacia per le situazioni di bisogno”. Critiche dalla Banca d’Italia sono giunte anche sulle misure di potenziamento della flat tax che “aumentano le discrepanze tra lavoratori autonomi e dipendenti